25/10/2018, 08.53
INDIA
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Il partito nazionalista indù cambia i nomi 'troppo islamici' delle città

L’obiettivo del partito nazionalista indù è guadagnare le simpatie delle frange più radicali. La popolazione si sente spaesata e privata dell’identità culturale. Negli anni è diventata “prassi politica” cambiare nome alle città, anche da parte dei governi di sinistra.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – I politici nazionalisti indù del Bjp (Bharatiya Janata Party) hanno deciso di rinominare alcune città indiane “dal suono troppo islamico”. L’obiettivo è chiaro: guadagnare il voto delle frange più radicali in vista delle elezioni generali del 2019. Tra le città in questione Allahabad, in Uttar Pradesh, che dal 16 ottobre si chiama Prayagraj.

La decisione di “depurare il nome troppo islamico” da parte dell’amministrazione locale, guidata dal Chief minister Yogi Adityanath, un santone famoso per le sue posizioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose, ha suscitato ondate di sdegno sui social. Non solo, la popolazione dichiara di sentirsi spaesata e privata dell’identità e della tradizione storica della città di cui va fiera.

Allahabad infatti è nota per essere alla confluenza dei fiumi sacri Gange, Jamuna e Sarawsati e ha giocato un ruolo rilevante nella lotta per l’indipendenza. Il suo antico nome era “Ilahabas”, coniato nel 16mo secolo dall’imperatore Moghul Akbar. Il termine mescola entrambe le culture indù e musulmana ed è un riferimento all’armonia religiosa: “Ila” significa “divinità” in sanscrito, così come “Ilahi” in lingua araba. In seguito il nome è stato cambiato in Ilahabad e poi ancora in Allahabad dai dominatori britannici.

Da più parti si rincorre la voce dell’ipotesi di cambiare il nome di un’altra città storica, Lucknow, che verrebbe intitolata a Lakshman, fratello minore del dio Rama. Gli analisti evidenziano che la pratica di cambiare nome alle città a scopo politico è diventata ormai tradizione e non ne sono esente nemmeno i governi di sinistra, che hanno sostituito diversi termini inglesi con quelli indigeni, per pacificare i gruppi linguistici locali. Tra le città più famose: Kolkata (che tanti continuano a chiamare Calcutta), Chennai (ex Madras) e Bengaluru (ex Bangalore).

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