07/03/2018, 09.56
RUSSIA
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Il patriarca Kirill pessimista sul dialogo con i protestanti. Le ‘interferenze straniere’ sui giovani russi

di Vladimir Rozanskij

Secondo il capo dell’ortodossia russa, le Chiese protestanti sono succubi delle ideologie laiciste che comprendono “mutamento delle relazioni tra i sessi”, “appoggio alle unioni omosessuali, eccetera”.  Su internet, sport, argomenti “pseudo-ecologici”, ideologie femministe radicali, e diritti LGBT prendono di mira la gioventù russa per trascinarla nell’anarchismo populista e anticlericale.

Mosca (AsiaNews) - Nei prossimi anni, il dialogo teologico fra ortodossi e protestanti difficilmente avrà prospettive di sviluppo: è quanto ha dichiarato il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) in un’intervista con la stampa in Bulgaria, dove si è recato in visita ufficiale nei giorni scorsi. Secondo l’agenzia Tass il patriarca avrebbe dichiarato: “Purtroppo, sul piano teologico siamo a un punto morto. Non vedo un reale sviluppo positivo nei prossimi anni, ma la colpa non è degli ortodossi. Noi diciamo sempre ai nostri fratelli protestanti che bisogna essere più liberi, avere più forza d’animo e capacità di dire dei ‘no’ ai potenti del mondo”.

Secondo il capo degli ortodossi russi, per tutta la loro storia, le Chiese in Europa sono state dipendenti dal potere secolare: “Le Chiese protestanti - ha sottolineato Kirill - sono sempre andate dietro alla corrente del pensiero laico, e sono sempre state molto sottomesse all’influsso del potere secolare. Anche oggi le tendenze liberali nella teologia protestante sono il risultato della pressione delle ideologie laiciste sui teologi e sulle chiese, a partire dai diritti dell’uomo e dalle libertà che presuppongono il mutamento delle relazioni tra i sessi, dall’appoggio alle unioni omosessuali, eccetera”. Il capo dell’ortodossia russa ha inoltre affermato che la collaborazione pratica tra i cristiani di Russia e dei Paesi è possibile solo nell’ambito umanitario e culturale: “Per quello che riguarda la cooperazione pratica, noi abbiamo una buona esperienza. Vedo che rimane ampio spazio, anzitutto, per le azioni comuni nel campo degli aiuti umanitari e nella cultura. Oggi si sta sviluppando un importante dialogo nella collaborazione umanitaria per la Siria. Inoltre, le religioni hanno sempre svolto un ruolo importante nella cultura, e il dialogo culturale tra le nostre Chiese potrebbe aiutare a instaurare una maggiore comprensione reciproca tra gli uomini”, ha aggiunto il patriarca.

Ortodossi russi difensori della fede e dei popoli

Nel corso della visita in Bulgaria, il capo della Chiesa russa ha suscitato anche un certo scalpore per le dichiarazioni fatte durante l’omelia di domenica scorsa, 4 marzo, nell’ambito dei festeggiamenti per il 140mo anniversario della liberazione della Bulgaria dalla schiavitù ottomana nel 1878. Contestando le ricostruzioni ufficiali degli storici bulgari, riprese nelle dichiarazioni del presidente Rumen Radev, Kirill ha ricordato che i russi intervennero da soli per aiutare i fratelli slavi, senza interventi da parte di polacchi, rumeni, finlandesi, lettoni o altri, “versando il sangue di migliaia di soldati russi… la Russia non ha cercato l’Europa; mossa dall’amore per i propri fratelli nella fede, senza l’aiuto di nessuno, si è gettata nella lotta. È un grande esempio di come la solidarietà culturale e spirituale possa superare il pragmatismo politico”. Alla partenza del patriarca dall’aeroporto di Sofia, il presidente bulgaro ha cercato di giustificarsi, spiegando che parlava dei popoli che contribuivano a formare l’armata russa, ma ha ricevuto un nuovo rimprovero dal capo degli ortodossi russi.

Con queste dichiarazioni, il patriarca Kirill sembra volersi posizionare al centro delle relazioni inter-ecclesiali e inter-etniche dei popoli cristiani, sostenendo da un lato una nuova forma di “ecumenismo pratico”, dall’altro puntualizzando le ragioni delle divergenze storico-culturali. Nella sua visione, la Russia ha sempre cercato di difendere da sola la “vera fede” nei vari conflitti e nelle trasformazioni dei popoli dell’Europa cristiana, e anche oggi cerca di ergersi come bastione di fronte a nuovi attacchi della secolarizzazione post-moderna.

Sovranità russa minacciata su internet

Kirill cerca allo stesso tempo di recuperare la propria autorevolezza anche all’interno della Russia, dove la politica, con il sostegno di alcuni settori fondamentalisti del mondo ecclesiastico, sembra spingersi al di là della Chiesa stessa nella difesa dei “valori ortodossi”.

Nei giorni scorsi, ad esempio, la Commissione per la Difesa della Sovranità Nazionale presso il Consiglio Federale (il Senato russo), ha presentato una relazione riservata sull’influsso negativo dell’Occidente sulla gioventù russa. La Commissione ha proposto di elaborare una “valutazione sovrana” in funzione di un possibile disegno di legge, allo scopo di “impedire la politicizzazione dello sport d’eccellenza” e altre forme d’ingerenza straniera sugli ideali dei giovani. Nella parte segretata della relazione sarebbero presenti le prove dell’interferenza straniera sulle elezioni russe, attraverso i canali più accessibili ai giovani. Non a caso, nelle ultime settimane si parla in modo sempre più insistente di una “fuoriuscita russa da internet”, con la creazione di una rete “sovrana” che sarebbe già attiva nell’ambito delle amministrazioni pubbliche del paese.

Secondo gli esperti del Senato russo, gli Usa in particolare e i suoi alleati più tradizionali anche dai “Paesi del sud”, stimolano in modo indebito le situazioni problematiche della Russia nell’ambito delle relazioni inter-etniche e inter-confessionali, “allo scopo di trasformarli in strumenti d’indebolimento dei sistemi politici nazionali, con la realizzazione di scenari tipo le rivoluzioni colorate e altre forme di colpi di Stato”.

Oltre a usare in modo politico le passioni sportive, come è successo alle Olimpiadi invernali in Corea, da Occidente si elaborano strategie che toccano argomenti “pseudo-ecologici” contro la Russia, insieme a ideologie femministe radicali, ai diritti LGBT, forme di anarchismo populista e anticlericalismo. Per questo, il Senato russo intende difendere la “sovranità” russa di fronte a ogni nemico, soprattutto per proteggere i propri giovani.

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