27/06/2006, 00.00
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Il petrolio "arma finale" dell'Iran nella controversia sul nucleare

La minaccia della quale ha parlato il portavoce del governo era già stata fatta balenare nei giorni scorsi dal ministro del petrolio.

Teheran (AsiaNews) – Sarà il petrolio "l'arma finale" dell'Iran nella controversia sul suo programma nucleare. L'ha ribadito ieri il portavoce del governo Gholam Hossein Elham, secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale Irna. "Non c'è ragione – ha sostenuto, rispondendo ad una domanda – per non usare i mezzi per proteggere gli interessi del Paese", "Questa minaccia – ha aggiunto – è diretta a coloro che usano la forza e vogliono dominare".

L'uso dell'arma del petrolio era già stato minacciato il 24 giugno dal ministro iraniano del petrolio, Kazem Vaziri-Hamaneh, quando aveva sostenuto che il suo Paese avrebbe potuto usarlo come mezzo di reazione, se fosse servito agli interessi nazionali, sotto attacco. "Teheran – aveva sostenuto il ministro in un'intervista citata dalla Tv di Stato – non vorrebbe usare il petrolio come un'arma, ma se i suoi interessi vengono attaccati, userà tutti i mezzi a sua disposizione, compreso il petrolio".

L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, il secondo tra i Paese aderenti all'Opec: le sue esportazioni sono tra i 2,3 e i 2,4 milioni di barili al giorno, per un introito che lo scorso anno è stato di circa 50 miliardi di dollari. Ma per il corrente anno finanziario, che, secondo il calendario iraniano si concluderà il 20 marzo 2007, il ministro Vaziri-Hamaneh ha annunciato un guadagno previsto di 60 miliardi di dollari.

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