17/08/2010, 00.00
SRI LANKA
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Il porto di Hambantota per "la futura prosperità della nostra Nazione”

di Melani Manel Perera
Il presidente Rajapaksa il 15 agosto ha inaugurato il nuovo porto , inizio di un ambizioso progetto per rendere lo Sri Lanka snodo fondamentale del traffico merci Oriente-Occidente. Il porto è stato costruito anche con i finanziamenti di Pechino, molto attiva nel Paese.

Colombo (AsiaNews) – Il presidente srilankese Mahinda Rajapaksa ha partecipato il 15 agosto alla Karadiyawara Mangallaya, la cerimonia di inaugurazione del nuovo porto commerciale a Hambantota, chiamato Magampura International Harbour. Alla presenza di una gran folla, ha salutato la nuova struttura come parte del cammino “per rendere questo Paese un’emergente meraviglia in Asia”.

Quasi 30 anni di guerra civile, terminata nel maggio 2009 con la sconfitta dei ribelli delle Tigri Tamil, hanno molto provato lo Sri Lanka e ne hanno ritardato lo sviluppo, per le molte risorse impegnate nella guerra e per l’elevato rischio di attentati. Per questo Rajapaksa ha salutato il porto come “un grande simbolo che ci stiamo allontanando dai giorni in cui non potevamo svilupparci per mancanza di fondi, verso un tempo in cui mostreremo che possiamo svilupparci con le nostre forze”. “Da questo porto emergerà la nostra effettiva indipendenza economica”, “questo porto creerà decine di migliaia di posti di lavoro”.

Hambantota è uno dei 4 porti che Rajapaksa vuole realizzare o potenziare per far tornare lo Sri Lanka un lucrativo centro di commerci, grazie alla sua posizione al centro dell’Oceano Indiano e non lontano dalle coste indiane. La prima parte del porto è costata circa 1,5 miliardi di dollari e sarà aperta al traffico commerciale il prossimo novembre, si prevede che accolga 2500 navi l’anno. Il porto verrà sviluppato in 4 fasi e potrà infine accogliere fino a 33 navi insieme, cosa che lo renderà il più grande porto dell’Asia meridionale. La seconda fase, per un costo stimato di 600 milioni, sarà completata entro il 2014 e comprenderà un terminal per i container di merce.

Lo Sri Lanka già accoglie circa 6mila navi ogni anno nel solo porto di Colombo, che pure si trova nella parte occidentale del Paese e non lungo la via marittima Occidente-Oriente. Il nuovo porto si trova proprio lungo questa via, contiene 14 depositi per una capacità totale di 80mila tonnellate, di cui 8 per il carbone e gli altri per il carburante liquido e per il gas. E’ in costruzione un edificio amministrativo di 15 piani.

Rajapaksa ha ringraziato il governo cinese che ha finanziato l’opera per 425 milioni di dollari, nell’ambito di un finanziamento di infrastrutture per 6 miliardi. Pechino sta finanziando numerose opere in Paesi in via di sviluppo, in Asia, Africa e America Latina. Esperti osservano che in cambio dei finanziamenti la Cina chiede la cessione di energia e preziose materie prime, oppure vantaggi strategici, come nel caso dello Sri Lanka per la sua posizione nell’Oceano. Infatti Colombo ha ricevuto forti pressioni contrarie dall’India che teme che Pechino stia costituendo una fila di suoi approdi lungo l’intero Oceano Indiano fino alla penisola Arabica.

Il presidente ha spiegato che, dopo la costruzione del 2° aeroporto internazionale vicino Maththala, saranno realizzati nuovi aeroporti a Palali e a Ratmalana.

All’inaugurazione sono pure intervenuti il premier D.M. Jayaratne, l’ex ministro per Porti e Aviazione Chamal Rajapaksa e il presidente dell’Autorità portuale srilankese Priyath Bandu Wickrema.

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