03/02/2005, 00.00
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Il potere al re, mossa pro-Cina e anti-occidente

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – La decisione di re Gyanendra di presiedere il nuovo governo del Nepal è un messaggio di amicizia rivolto alla Cina e di allentamento dall'occidente. Lo affermano analisti politici asiatici che sottolineano le diverse reazioni internazionale dopo l'assunzione dei pieni poteri da parte del sovrano.

Mentre Usa, Gran Bretagna e Onu, insieme all'India, hanno criticato l'estromissione del primo ministro Sher Bahadur Deuba e la creazione di un nuovo governo presieduto dallo stesso re, la Cina non ha voluto commentare la notizia del cambio di regime: "Si tratta di un affare interno al Nepal" ha dichiarato Kong Quan, portavoce del ministero degli Esteri.

Con la scelta di guidare il governo e riaprire i colloqui di pace con i ribelli maoisti, il re – secondo Deepak Thapa, presidente dell'Associazione di scienze sociali di Kathmandu – "sta facendo capire che apprezza l'alleanza con la Cina".

Altri segnali indicano la volontà del sovrano nepalese di avvicinarsi a Pechino. Il settimanale di lingua nepalese Ghatana Ra Vichaar, pubblicato a Kathmandu, ha intitolato l'edizione di ieri: "Sotto la leadership di Sua maestà il re, inizia il sistema democratico del 21° secolo". Si tratta di un'affermazione che un giornalista locale – in quale ha voluto mantenere l'anonimato – ha commentato con un "bisogna leggere tra le righe". Tra i primi provvedimenti del sovrano-premier vi è stata la sospensione di tutti i diritti civili, compresa la libertà di espressione. Re Gyanendra ha dichiarato che "entro tre anni" ristabilirà la democrazia nel paese: troppo, secondo gli oppositori politici. I ribelli maoisti hanno dichiarato 3 giorni di sciopero generale nelle zone da loro controllate in segno di protesta con la decisione del re.

Inoltre a Kathmandu nei giorni scorsi sono stati chiusi gli uffici di rappresentanza del Dalai Lama, il leader spirituale buddista avversato dalla Cina. Inoltre, appena prima di essere estromesso dalla carica, l'ex premier Sher Bahadur Deuba aveva lodato l'impegno cinese nel finanziare la realizzazione della TV nazionale con 77 progetti, per un totale di 185 milioni di dollari. (LF)

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