07/05/2007, 00.00
INDIA
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Il premio Gwangju 2007 a un attivista che lotta per i diritti sociali dell’India

di Nirmala Carvalho
Sarà Lenin Raghuvanshi a ricevere il 18 maggio il premio Gwangju 2007 per i diritti umani. A soli 37 anni quest’uomo ha già dato un contributo importante alla lotta per la dignità e il rispetto di tutti gli emarginati, in particolare dei Dalit.

Mumbai (AsiaNews) – Il premio Gwangju 2007 per i diritti umani è stato assegnato agli Indian Social Activists. Sarà Lenin Raghuvanshi a ricevere il 18 maggio, a 37 anni, il premio Gwangju. “E’ un privilegio  - racconta Raghuvanshi ad AsiaNews - per me ricevere questo premio insieme a Irom Sharmila, il cui impegno a favore dei diritti umani mi è stato di ispirazione. Inoltre mi verrà consegnato il giorno del mio compleanno”.

“In questi anni – prosegue Raghuvanshi - mi ha molto coinvolto e preoccupato la situazione dei bambini emarginati. Nel 1993 con Swami Agnivesh ho fondato il Bachapan Bachao Andolan (Save the Child hood Movement) e nel 1996 è nato il People’s Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr) per rieducare i bambini costretti a lavorare”.  

Lenin Raghuvanshi è un simbolo per milioni di Dalit che in India lottano per la dignità. Si è sempre battuto seguendo un approccio che mette al centro le persone e che chiede il rispetto della dignità umana per tutta la gente appartenente alle caste più basse dell’India.

Il lavoro di Lenin Raghuvanshi segna un cambiamento nel movimento indiano per i diritti umani, egli è uno dei pochi attivisti ad affermare che la discriminazione in base alla casta va contro i principi democratici. A Varanasi, in Uttar Pradesh – una delle regioni più tradizionaliste, conservatrici e segregazioniste dell’India – Lenin, con scarse risorse, ma con tanta fiducia e determinazione, in poco tempo ha portato il problema degli emarginati davanti ai tribunali nazionali e internazionali.

Nel 2004, per dar voce agli emarginati, è nato il ‘Jan Mitra Gaon’ o anche detto ‘ People-friendly village’. In un progetto sperimentale, Lenin ha adottato tre villaggi e un sobborgo dove riaprire le scuole elementari, abolire il lavoro forzato, rendere obbligatoria l’istruzione per le ragazze e diffondere un’educazione non tradizionale. In vaste aree rurali non esiste educazione elementare, ma il Pvchr ha aperto centri educativi per i bambini del Paese in 45 villaggi.

“Grazie all’intervento del Pvchr – dice Raghuvanshi - davanti ai tribunali nazionali e internazionali siamo riusciti a far includere tra le priorità del governo gli affamati”.

Lenin ha incontrato diversi ostacoli posti dallo Stato e dalla società. Il 17 luglio 1996 le Forze paramilitari lo hanno malmenato durante una manifestazione in favore dei Dalit e dei bambini sfruttati e per l’assegnazione delle terre di Gram Sabha ai Dalit senza terra. Questo caso di violenza venne rilevato da Amnesty International.

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