25/10/2017, 17.02
ARABIA SAUDITA
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Il principe ereditario annuncia di voler ritornare a un islam tollerante e più aperto al mondo

Mohammed bin Salman esprime la volontà di garantire per il Paese una vita normale, in cui la religione significa tolleranza e gentilezza. Il progetto di Neom, una città con energie alternative e fuori del controllo degli ultra-conservatori religiosi. Per alcuni vi sono segni di cambiamenti profondi; per altri vi è solo appetito economico.

Riyadh (Asia News/Agenzie) – "Vogliamo vivere una vita normale. Una vita in cui la nostra religione si traduce nella tolleranza." Il potente principe saudita Mohammed bin Salman si impegna a rendere il suo Paese "moderato e aperto". Egli è andato ieri dritto all'obiettivo che si propone  all'apertura del Future Investment Initiative, una conferenza economica di tre giorni che ha riunito a Riyadh circa 2.500 dignitari, tra cui 2mila investitori stranieri. Salman ha affermato il desiderio di volere un Paese “nuovo”, rompendo con gli ultra-conservatori, almeno dal punto di vista religioso. A tal riguardo, vuole creare una città da 500 miliardi di dollari, soprannominata Neom, con regolamento separato, lungo la costa del Mar Rosso.

Negli anni settanta, l'Arabia saudita ha subito grandi riforme, nonostante la resistenza di cerchi religiosi conservatori, come l'apertura dell'istruzione alle ragazze e l'introduzione della televisione. Ma l'assassinio di re Faisal nel 1975 ha rallentato questo movimento in un Paese costruito su un'alleanza tra l'ala religiosa, rappresentata dalla famiglia al-Sheikh, che regola lo spazio sociale, e il potere politico rappresentato dalla famiglia al Saud, che fondò il regno attuale nel 1932.

Dalla sua nomina a giugno come principe, Mohammed bin Salman ha cercato di allentare le catene degli ambienti religiosi sulla società. È visto come l'ispirazione dell’abolizione del divieto di guida per le donne. Ma allo stesso tempo ha arrestato più di 20 persone, tra cui due predicatori religiosi influenti, evidenziando in tal modo il suo "autoritarismo", secondo esperti e ong.

Grazie a bin Salman, l'Arabia saudita comincia ad aprirsi alle arti, alla musica e le donne sono state ammesse per la prima volta a partecipare alle celebrazioni della Giornata Nazionale in uno stadio a Riyadh nel mese di settembre. I sauditi ora aspettano cinema e divertimenti, proibiti da cerchi conservatori.

Osservatori si domandano quanto la scelta del principe sia di vera apertura e tolleranza o dettata da appetito economico.

Da tre anni  il regno è costretto ad attirare capitali stranieri, dopo che i prezzi globali del greggio sono diminuiti di oltre il 50%.

Il nuovo progetto Neom vede una città interamente dedicata all'energia alternativa e servirà anche come hub di innovazione. L'industria del cinema sarà un fiore all’occhiello della nuova realtà. Esso funzionerà secondo regolamenti separati da quelli che governano il resto dell'Arabia saudita. "Questo posto non è per le persone convenzionali o le imprese convenzionali", ha dichiarato il principe. "Questo sarà un posto per i sognatori del mondo".

I commenti alla mossa di Mohammed bin Salman sono vari. C'è chi dice che in tal modo egli "invia un messaggio non solo ai sauditi ma anche al mondo: il regno è pronto per il cambiamento". Ma vi è anche che fa notare che questi sviluppi confermano l'immagine del principe  come uomo forte dall'Arabia Saudita. Nominato capo della difesa del regno nel gennaio del 2015, egli conduce le operazioni contro le milizie Houthi in Yemen (sostenute dall'Iran) e collocano il suo Paese a capo di una coalizione di 34 Paesi arabi. Allo stesso tempo, il principe ha impegnato l'Arabia saudita in Siria, accanto alla Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, contro il gruppo degli Stati islamici. Ora egli vuole cessare le operazioni in Siria per concentrarsi sul conflitto in Yemen.

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