26/10/2020, 11.31
CINA-VATICANO
Invia ad un amico

Il rinnovo dell’Accordo sino-vaticano e le unioni civili per gli omosessuali

di Shan Ren Shen Fu (山人神父)

È il primo commento sul rinnovo dell’accordo che riceviamo dalla Cina. Le ambiguità sulle unioni civili e la similitudine con le speranze sull’Accordo. L’autore è un sacerdote blogger, membro della Chiesa ufficiale.

Pechino (AsiaNews) – Quello che pubblichiamo è il primo commento di parte cinese dopo il rinnovo dell’Accordo sino-vaticano sulle nomine dei vescovi. Infatti, sebbene vi siano stati commenti da parte del Vaticano e di altri all’accordo, nella Chiesa cinese vi è stato un silenzio, che secondo molti era un “silenzio imbarazzato e addolorato”. L’autore di questa riflessione è Shanren Shenfu, “il prete della montagna”, un sacerdote blogger, membro della Chiesa ufficiale, che paragona il rinnovo dell’accordo alla questione sulle “unioni civili” per gli omosessuali, il cui caso è venuto alla ribalta dopo la proiezione del film “Francesco” a Roma.

 

Ieri [il 22 ottobre – ndr] stavo aspettando l’annuncio del rinnovo dell’accordo [fra Cina e Vaticano], ma la stessa mattina sul blog sono usciti all’improvviso molti messaggi riguardanti gli omossessuali. Leggendo bene, capisco che si tratta di un documentario su papa Francesco, diffuso proprio oggi. Nel documentario è inserita un’intervista in cui il papa sostiene che bisogna adottare le “unioni civili”, affinché gli omossessuali non vengano tagliati fuori dalla “famiglia”.

Non riesco a leggere il testo originale e l’unica fonte accessibile era in cinese, oppure dovrei ricorrere ad un traduttore che conosca la lingua [originale]. Il contenuto dell’intervista ha già suscitato molti dibattiti sull’internet, ma non riusciamo comunque a dire con precisione, se sono i media o i produttori a compiere un’interpretazione arbitraria di citazioni parziali. Al momento questa supposizione sembra essere la lettura più benevola. 

Esattamente come l’Accordo segreto sino-vaticano: nonostante il Vaticano ammetta che dopo due anni di sperimentazione non siano stati raggiunti grandi risultati, per poter arrivare al rinnovo dell’accordo, tutte le spiegazioni si indirizzano verso un valore positivo e verso belle speranze, come se con l’apertura del Vaticano, [fosse sicuro che] la Cina continuerà ad aprirsi. Qui siamo ormai nell’ambito della fede. Del resto, la fede è sempre la garanzia delle cose invisibili! [Cfr. Ebrei 11,1].

Che papa Francesco incoraggi il riconoscimento dell’“unione civile” degli omossessuali, possiamo credere che ciò parta indubbiamente da un grande amore e misericordia. La stessa cosa vale per le belle parole che sono state dette a conclusione di due anni infruttuosi di accordo, senza dimenticare di precisare che quest’Accordo “non riguarda la diplomazia politica, ma esclusivamente gli affari della Chiesa”, ovvero la nomina dei vescovi. (In verità, non è vero che l’Accordo non abbia portato nessun risultato: i candidati dei vescovi di Pingliang e Wuhan sostanzialmente sono già stati definiti, a quanto pare, e la Santa Sede ha già avuto modo di concordare il tutto con le parti!).

Non so se vi siete accorti, la questione della nomina dei vescovi, in Cina, viene presentata allo stesso modo della proposta del papa di riconoscere il matrimonio degli omossessuali come “unione civile”.

Per la questione della nomina dei vescovi, dopo due anni di accordo non si è arrivati ad una soluzione, allora c’è il rinnovo per altri due anni, in cui si prevede che se le due parti non giungeranno ad un compromesso, significherà accettare una modalità di “nomina dei vescovi” diversa dalla nomina universale. Questo metodo assomiglia un po’ [alla definizione di] alla famiglia, ma è comunque differente. L’“unione civile” non è una famiglia a tutti gli effetti, poiché, secondo la concezione della Chiesa, per famiglia si intende papà, mamma e i loro figli! La dottrina sociale della Chiesa dice: “il vero matrimonio consiste nell’unione di un uomo e una donna, e solo il matrimonio di un credente con una fedele è Sacramento, il resto no” (parole di un certo professore di teologia).

La Santa Sede ha sempre sottolineato che l’Accordo sino-vaticano non riguarda la politica, ma solo gli affari della Chiesa. Questa affermazione sembra significare: non abbiamo parlato di politica dinanzi alla politica, ma solo di affari interni. Detto questo, se non si parla di politica, ma solo di affari interni della Chiesa, perché il contenuto dell’Accordo continua a rimanere segreto per altri due anni? La Santa Sede ammette di non aver chiesto deliberatamente la riservatezza, e che è stata la Cina a richiederla. Quindi l’accordo continuerà a rimanere segreto per i prossimi due anni, rispettando la richiesta della Cina, solo per poter risolvere la questione interna della nomina dei vescovi?

Spero che qualcuno possa dire che anch’io mi sto facendo un’interpretazione parziale in modo arbitrario, ma devo precisare che se lo sto davvero facendo, credetemi, la mia interpretazione rimane quella più benevola!

Alcuni potrebbero chiedere: cosa veramente conta dell’Accordo sino-vaticano? La normalizzazione della Chiesa in Cina e la conseguente comunione con la Chiesa universale non è una cosa buona? Se davvero lo fosse, certo che è una grande cosa: tutti desiderano la libertà e la normalità; è la speranza che alberga in molti. Tuttavia, esattamente come quel nodo sugli omosessuali, bisogna innanzitutto che la Chiesa chiarisca il concetto di “famiglia” e di “matrimonio”, in modo che quando viene annunciato il sostegno alla “unione civile” da parte del papa, ciò non susciti troppi clamori.

È evidente che la Chiesa non ha cambiato idea sul concetto di matrimonio e famiglia, motivo per cui quando qualche media malintenzionato annuncia che papa Francesco sostiene il diritto degli omossessuali alla famiglia, la notizia suscita numerosi dibattiti e controversie. Anche per questo ci sono fedeli che mi mettono in discussione: “Tu chi pretendi di essere? Queste parole vengono dal papa, c’è per caso qualcosa che non va?”.

A questo punto, vorrei chiarire che non sto dubitando dell’Accordo perché il papa ha detto tempo fa: “Sono io che l’ho firmato, ne prendo tutte le responsabilità!”, cosicché nessuno abbia più ragione di dubitare. È proprio come la vicenda di ieri: l’“unione civile” [fra Cina e Vaticano] è diventata il preludio alla nomina dei vescovi cinesi. Se è davvero così, allora tutte le persone che hanno ottenuto il sostegno papale hanno fatto bene a piangere.

Non a caso, ieri nel gruppo c’era uno studente cinese, che dopo aver visto “il sostegno del papa”, ha commentato: “Piango per la commozione, ora è possibile dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale, grazie a Dio!”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il rinnovo dell’accordo sino-vaticano tra fondati timori e flebili speranze
27/10/2020 08:00
‘Nel dialogo Cina-Vaticano manca la voce dei cattolici cinesi’
21/09/2018 14:03
Il rinnovo dell'accordo sino-vaticano: i pochi frutti di oggi e il futuro
22/10/2020 14:17
Cattolici cinesi: speranza e tristezza per l’accordo fra Cina e Santa Sede
24/09/2018 14:55
L’accordo Cina-Vaticano: qualche passo positivo, ma senza dimenticare i martiri
24/09/2018 11:38


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”