11/08/2014, 00.00
MALAYSIA - INDONESIA
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Il sogno del Califfato si estende all’Asia, timori di violenze in Indonesia e Malaysia

Kuala Lumpur e Jakarta avvertono: i seguaci dello Stato islamico pronti a colpire nei Paesi di origine. Nel mirino i governi, locali pubblici e altri obiettivi sensibili. Vogliono cancellare le costituzioni laiche e pluraliste, per introdurre norme ispirate alla sharia. Almeno 20 cittadini malaysiani in Siria per combattere il jihad, prime adesioni anche dalle Filippine.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) - Gli esperti dell'anti-terrorismo di Malaysia e Indonesia riferiscono che diversi connazionali, uniti di recente al gruppo terrorista dello Stato islamico (ex Isis) attivo in Iraq e Siria, starebbero pianificando attacchi e violenze nei Paesi di origine. Il fascino esercitato dai miliziani fuoriusciti da al Qaeda, capaci di conquistare sempre più terreno in Iraq e autori di brutali violenze contro le minoranze, si è esteso a diverse nazioni del Sud-est asiatico. Come aveva già riferito AsiaNews di recente, movimenti fondamentalisti e leader islamici locali hanno trovato ispirazione nelle gesta dei combattenti sunniti e intendono sostenere la lotta per la creazione del Califfato islamico. 

Le agenzie anti-terrorismo di Kuala Lumpur e Jakarta avvertono che i seguaci asiatici dello Stato islamico vogliono rovesciare i legittimi governi al potere, perché le due costituzioni nazionali sono basate sul principio della laicità dello Stato. Di contro, essi vogliono imporre l'introduzione della sharia, la legge islamica e applicare una visione rigida e integrale della religione musulmana. 

Analisti ed esperti di politica locale parlano di aumento della minaccia terrorista nel Sud-est asiatico: la Malaysia ha arrestato almeno 19 sospetti di legami con gruppi estremisti negli ultimi sette mesi; durante gli interrogatori sono emerse conferme di "attacchi al governo" e attentati contro discoteche, bar e altri luoghi di divertimento. 

Almeno 20 cittadini malaysiani si sono recati in Siria, per combattere fra le fila dello Stato islamico, anche se il numero reale potrebbe essere di molto superiore. L'Indonesia, Paese musulmano più popoloso al mondo, ha proibito il sostegno al movimento estremista, compiendo numerosi arresti, ma la minaccia resta viva e l'inerzia di alcuni alti funzionari, fra cui un ministro, non aiuta nell'opera di prevenzione e repressione.

Oltre a Malaysia e Indonesia, anche nelle Filippine si registrano i primi tentativi di arruolamento fra le fila dello stato islamico. 

 

 

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