04/07/2013, 00.00
EGITTO
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Il sogno si è avverato, l’Egitto è libero da un regime odioso

di André Azzam
Il Paese ha atteso con pazienza e fiducia per vedere il giorno in cui i Fratelli musulmani sono stati costretti a farsi da parte. Ora, forti di una grande diversità sociale che è anche una grande ricchezza, si può sperare in una nuova e migliore nazione. Partendo dai giovani, le “vere piramidi” dell’Egitto moderno. E' la fine dei Fratelli Musulmani.

Il Cairo (AsiaNews) - Meravigliosa, davvero meravigliosa l'enorme folla che si è riunita per tutta la notte e che continua ancora oggi a darsi appuntamento in tutte le piazze di tutte le città dell'Egitto. Una cosa mai vista prima in Egitto o in qualunque altra parte del mondo. Decine di milioni di persone si sono riunite in tutta la nazione per chilometri nella valle del Nilo, unite da una forte volontà comune di costruire insieme il futuro di uno Stato smantellato, di un'economia distrutta, di una nazione al collasso.

Per tutto un anno, il regime religioso estremista di Mohammad Morsi è riuscito a dividere la popolazione e rovinare l'economia senza raggiungere nulla di positivo eccetto questo risultato meraviglioso: unire tutti gli elementi di una popolazione variegata grazie a una forte speranza per il futuro, un fermo desiderio di liberare la nazione dal regime autocratico e fascista dominato dalla cosiddetta Fratellanza musulmana.

Per tutta la giornata di ieri l'intera popolazione egiziana è rimasta nelle strade e nelle piazze in attesa della fine di un lungo incubo, aspettando il comunicato dello Scaf (il Consiglio supremo delle Forze armate) dopo la scadenza dell'ultimatum dato a Morsi e al suo clan, come oramai tutti li chiamavano in questi ultimi mesi.

Di fatto, Morsi si è rivelato in grado di curarsi solo del suo clan e non dell'intero popolo egiziano. Di conseguenza ha perso il sostegno di molte persone che invece lo avevano votato alle elezioni presidenziali dello scorso anno. Allo stesso tempo ha perso ogni credibilità, sempre più negli ultimi mesi, quando ha iniziato a reagire in maniera sbagliata davanti a tutte le occasioni e perdendo così la possibilità di unire la popolazione o riceverne il rispetto. Persino nel suo ultimo discorso di ieri non è stato in grado di combinare in maniera corretta gli elementi, e non ha sfruttato l'ultima occasione per salvare la situazione.

Per alcuni giorni il popolo egiziano ha vissuto per strada e nelle piazze: il numero è salito in maniera incredibile ogni giorno. Come se tutti si fossero riuniti per celebrare una nuova unione sacra in una sorta di enorme festa, ripetendo slogan e cantando canzoni in attesa dell'ultimo atto.

L'ultimatum dello Scaf è scaduto ieri alle 16.30 del pomeriggio. Ma tutti hanno atteso con pazienza e fiducia. Al Cairo la folla era riunita in piazza Tahrir, oramai un emblema, così come davanti al palazzo presidenziale di Heliopolis, davanti a quello di Qoubba e persino davanti al quartiere della guardia presidenziale nei pressi di Helipolis, dove dicono che Morsi si sia rifugiato.

In altri punti del Cairo si sono riuniti i sostenitori di Morsi: per la maggior parte davanti alla moschea di Rab'a al 'Adaweyya (a Madinat Nasr) e nell'area dell'università: qui in passato sono stati uccisi per mano loro diversi giovani. Ma i numeri della loro manifestazione erano del tutto sproporzionati rispetto agli altri milioni riuniti dovunque.

Durante il giorno le truppe delle Forze armate hanno circondato Rab'a al 'Adaweyya e l'università per evitare ogni possibilità di scontri con il resto della popolazione. Enormi folle si sono riunite anche ad Alessandria, Mansourah, Tantah, Menoufeyya, Suez, Assiut, Sohag e via dicendo. Dovunque la gente era in attesa che la Storia iniziasse una nuova era per l'Egitto.

E alla fine è arrivato il documento dello Scaf, che è stato letto in diretta dal generale Abderrahmane al-Sisi, capo delle Forze armate. Insieme a lui c'erano i membri dello Scaf, che rappresentano le diverse parti dell'esercito; Chaykh Ahmad al Tayyib, grande imam di Al Azhar; papa Tawadraus, capo della Chiesa copta; Mohammad El Baradeï, presidente del partito al Destour ("il partito della Costituzione") e portavoce del Fronte della Salvezza, principale promotore del movimento Tamarrod (ribellione) e Sakina Fouad, giornalista molto nota che ha rappresentato il settore informazione e comunicazione. Fra loro anche un uomo dalla barba folta, forse rappresentante del movimento salafita che nei giorni scorsi ha abbandonato Morsi al suo destino.

Il comunicato è stato di certo ben preparato da tutte queste personalità: ogni singola parola è stata scelta con precisione e sobrietà. Il generale al-Sisi ha annunciato uno per uno i 13 temi che compongono il testo: congelare la Costituzione; dare la presidenza ad interim al capo della Corte costituzionale; questi avrà il potere di fare annunci costituzionali e prendere le decisioni conseguenti; organizzazione di una nuova elezione presidenziale; nomina di un governo composto da leader nazionali; composizione di una Commissione di revisione costituzionale; organizzazione di una nuova elezione parlamentare; elaborazione di una Carta per l'informazione e la comunicazione; maggiore coinvolgimento dei giovani nelle decisioni che verranno prese per formare il nuovo Stato; creazione di una Alta commissione per la riconciliazione nazionale fra tutte le correnti; sostegno permanente delle Forze armate al popolo egiziano; cooperazione costante fra l'esercito e la polizia per preservare la pace; rispetto e onore per le forze armate, la polizia e il sistema giudiziario.

Dopo il generale, hanno parlato alla folla le personalità che erano con lui: l'imam di Al Azhar, papa Tawadraus, Mohammad al Baradei, Mahmoud Badr (leader del Tamarrod) e Sakina Fouad. Tutti insieme in uno scenario mai visto prima in Egitto, almeno dai tempi della rivoluzione del 1919 di Saad Zaghlouol, durante la quale nacque il famoso slogan "La religione per Dio, la nazione per tutti".

Subito dopo questo momento storico, la folla e i milioni di manifestanti sono esplosi in un grido enorme di gioia e felicità. Per ore si sono udite risate ed entusiasmo in tutta la nazione, a riprova del fatto che la popolazione non solo era unita dalle stesse speranze, ma anche dal desiderio di condividere lo stesso momento di soddisfazione e gratificazione. Subito dopo i tre principali canali televisivi islamisti - "25", "al Nur" e "al Hafez" - hanno interrotto le trasmissioni: una mossa probabilmente già preparata per evitare ogni appello alla reazione dopo la rimozione di Morsi. L'ex presidente ha comunque emanato un comunicato, trasmesso da al Jazeera, in cui rigetta le decisioni dello Scaf e chiede ai suoi sostenitori di resistere a quello che definisce "un colpo di Stato militare".

Per tutto il Paese si sono udite reazioni positive in favore del "genio" del popolo egiziano, capace di creare storia e civilizzazione; di coltivare il suolo e creare arte e tutto ciò che è necessario all'uomo. Una frase molto comune dice: "Gli egiziani anno creato le piramidi tanto tempo fa. Ora le nostre piramidi sono i nostri giovani, così ricchi e in grado di fare la Storia e preparare un futuro aperto per l'Egitto".

In generale, gli osservatori e gli analisti politici si sono detti d'accordo sul fatto che questa è la fine dei Fratelli musulmani, movimento nato in Egitto nel 1928 e morto sempre qui nel 2013. Per diversi analisti, la giornata di ieri segna anche la fine dell'idea di un governo religioso per il Medio Oriente.

Tutti prevedevano 5 o 10 anni di difficoltà, prima di liberarci dell'autocrazia religiosa. E tutti sono rimasti sorpresi e felici del fatto che invece sia bastato un anno per toglierci di dosso le grinfie di questo regime di odio.

Ora la speranza è posta nel futuro. In ogni angolo di strada la gente esprime speranza, attesa e voglia di ricostruire la nazione su basi solide grazie all'aiuto di tutti gli elementi che compongono la società, come si è visto dalla presentazione del comunicato ufficiale, condivisa da diverse personalità. Come è ovvio, il primo impegno sarà quello di ricostruire all'interno lo Stato e la nazione, con il rinforzamento dello status economico. Solo allora la nuova leadership dovrà ricostruire i rapporti con il mondo esterno - in particolare con gli Stati Uniti e l'Europa - che non hanno dato alcun sostegno alla popolazione egiziana.

In ogni caso, il meraviglioso Egitto e la meravigliosa popolazione egiziana sono sicuri che l'era che si sta avvicinando porti con sé ottime prospettive. E sono fiduciosi della propria energia e della propria forza.

 

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