25/02/2008, 00.00
LIBANO
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Il vertice di oggi a Beirut può sancire il fallimento dell’iniziativa araba

di Paul Dakiki
Appare cruciale la seconda giornata di incontro tra Moussa, Gemayel, Hariri ed Aoun. L’invocazione del patriarca Sfeir a Dio, perché “ci risparmi il peggio”. Ieri vertice tra Arabia Saudita ed Egitto per fare pressioni sulla Siria.
Beirut (AsiaNews) - L’accorata invocazione rivolta ieri a Dio dal patriarca maronita Nasralah Sfeir, perché “ci risparmi il peggio”, è giunta alla vigilia di una giornata che potrebbe essere particolarmente importante, perché potrebbe essere quella nella quale il segretario della Lega Araba, Amr Moussa, dichiara il fallimento dell’iniziativa araba per una soluzione della crisi libanese.
 
Oggi infatti è in programma la seconda – e forse ultima – parte del dialogo a quattro che già ieri ha visto riuniti intorno ad un tavolo, con Moussa (nella foto), l’ex presidente Amin Gemayel, il leader della maggioranza Saad Hariri e Michel Aoun, in rappresentante dell’opposizione, guidata da Hezbollah. Al termine dell’incontro di ieri, fonti diverse hanno concordemente indicato che una soluzione “è lontana”, anche se l’incontro viene giudicato positivo.
 
La riunione dei leader libanesi di oggi, peraltro, giunge all’indomani di un vertice che a Riyadh ha visto il re saudita Abdullah ed il presidente egiziano Mubarak incontrarsi proprio per esaminare la crisi libanese. Evidente lo scopo di premere sulla Siria perché convinca i suoi alleati libanesi della minoranza parlamentare ad accogliere il piano della Lega Araba. Esso prevede l’elezione del comandante dell’esercito Michel Sleiman a presidente della Repubblica, la formazione di un governo di unità nazionale ed elezioni politiche con una nuova legge elettorale. La Siria dà particolare rilievo al vertice della Lega Araba, che si aprirà a Damasco il 29 marzo, dal quale conta di avere un sostanziale appoggio per legare un eventuale pace tra arabi ed Israele alla restituzione anche delle Alture del Golan, che perse nella guerra del 1967. La minaccia non troppo velata – a Damasco andrò se potrò incontrare il presidente libanese, ha detto tempo fa re Abdullah - è che almeno Arabia Saudita ed Egitto boicottino il vertice.
 
In questa situazione, acquistano particolare senso le parole del cardinale Sfeir. “In questi tempi funesti, imploriamo l’aiuto del Signore al quale chiediamo con fervore di risparmiarci, in Libano, le catastrofi che temiamo e che dobbiamo evitare ad ogni costo. Ciò che vediamo ed ascoltiamo non fa presagire niente di buono. Le lingue si sono sciolte ed i discorsi non obbediscono più ad alcuna regola. Si proferiscono minacce apocalittiche e questo non è affatto rassicurante, per non dire che è sconcertante e spaventoso”.
 
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