06/06/2017, 14.48
VATICANO - LIBANO
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Il ‘Giubileo d’Oro’ del Rinnovamento carismatico un’opportunità di riconciliazione

di Fady Noun

L’incontro con papa Francesco segna il riconoscimento del movimento, definito una “corrente di grazia”. Tre gruppi dal Libano si sono incontrati a Roma. “Riavvicinamenti” inaspettati fra gruppi di diverse confessioni. Papa Francesco: “L’unità è per la missione, per proclamare che Gesù è il Signore”. L'ecumenismo del sangue. 

Roma (AsiaNews) – Non c’è più bisogno di stare sulla difensiva. È un accredito in piena regola quello che papa Francesco ha accordato al Rinnovamento carismatico (Rc), per il “Giubileo d’Oro” di questa “corrente di grazia” dagli innumerevoli affluenti, celebrato durante il lungo weekend di Pentecoste, a Roma (31 maggio – 4 giugno). Ormai, è senza alcun complesso che i membri delle assemblee o delle comunità del Rc possono parlare del “battesimo dello Spirito”, senza dover spiegare che non si tratta di un secondo battesimo, ma di una conferma della sua grazia e della sua presenza, valido per tutti i cristiani.

Arrivati dai cinque continenti, galvanizzati da un papa che parla apertamente la loro lingua e si serve dei loro stessi capisaldi, una cinquantina di migliaia di fedeli hanno vissuto in diverse basiliche e istituti della capitale romana, con celebrazioni e seminari, una vera “pentecoste ecumenica”. Il punto centrale è stata la veglia pasquale di Pentecoste, alla presenza di Francesco. Dal Libano, tre gruppi di diversa provenienza si sono incontrati sul posto.

È stato il papa in persona che ha voluto così, spiega Pascale Debbané, volontaria libanese dell’Iccrs (International catholic charismatic renewal services), un centro di coordinamento a Roma che ha supervisionato i lavori preparatori per l’evento. “Il Giubileo è il frutto di due anni di lavoro instancabile”, continua. “Per la prima volta, la vigilia della Pentecoste si è tenuta non a San Pietro, ma in un luogo meno tipico sulla mappa cattolica, il ‘Circo Massimo’ (nelle immediate vicinanze del Colosseo) per riguardo soprattutto ai pentecostali ed evangelici invitati alla cerimonia”.

Il tema della veglia: “Gesù è il Signore”, un proclama a cui i “carismatici” sono affezionati, centrale a tutto il kerigma, e che nessuna Chiesa può utilizzare come proprio marchio.

“Il tempo di preparazione al Giubileo è stata l’occasione di riavvicinamento insperato fra certi leader dei movimenti carismatici presenti; di riconciliazioni avvenute che si credevano difficili”, testimonia Pascale Debbané.

“Questi tempi forti di riconciliazione sono durati nei cinque giorni del Giubileo, ed hanno costituito uno degli aspetti più commoventi”, conferma Bruce Yocum, un laico americano che vede nella creazione di comunità dell’alleanza (covenant communities) una strategia per il rinnovamento della Chiesa.

Bruce Yocum fa parte della generazione che ha testimoniato i primi passi del Rinnovamento carismatico ad Ann Arbor (Michigan). Egli era lì quando, nel 1975, Paolo VI ha accolto il primo congresso internazionale di questa corrente a Roma, presiedendo una messa per loro nella basilica di San Pietro, e definendoli “una possibilità per la Chiesa”.

Divisioni, rivalità, conflitto di personalità, gelosie, ingratitudine hanno segnato in effetti la crescita del Rinnovamento carismatico, la cui straordinaria espansione aveva superato tutte le attese, cosa che spesso porta a dolorose “secessioni” spirituali e ad legami poco chiari.

A cinquant’anni dalla sua comparsa, oggi quasi 200 milioni di cattolici si definiscono “corrente di grazia” – una definizione del cardinal Suenens ripresa dal Papa – cominciata nel 1967 come un piccolo filo in apparenza di poco conto all’Università di Duquesne, durante un ritiro di studenti che è servito come catalizzatore di un rinnovamento carismatico nella Chiesa cattolica.

Diversità riconciliate

La veglia ecumenica è stata segnata da canti di lode intonati con entusiasmo e ripresi da una folla eterogenea proveniente da 120 Paesi. Il papa, visibilmente entusiasta, e gli altri responsabili cristiani presenti, tra cui il molto “carismatico” francescano Raniero Cantalamessa, il leader pentecostale Vison Synan, la presidente dell’Iccrs Michelle Moran, il fondatore della fratellanza delle comunità cattoliche Gilberto Barbosa e l’evangelista cattolico Ralph Martin, non si sono fatti pregare a seguire il movimento.

Durante la meditazione centrale, papa Francesco ha rievocato la Pentecoste. “L’unità è per la missione, per proclamare che Gesù è il Signore”, ha sottolineato il Papa. “Abbiamo differenze ma desideriamo essere una diversità riconciliata”, ha aggiunto, precisando di aver preso questi termini da un teologo luterano. Questo tema è stato ripreso durante la messa della Pentecoste celebrata domenica, a San Pietro.

Parlando del Rinnovamento carismatico cattolico, il papa lo ha presentato come una “corrente di grazia”, perché non ha “né fondatore, né statuti, né organi di governo”.

“Chiaramente in questa corrente sono nate molteplici espressioni che, certo, sono opere umane ispirate dallo Spirito, con vari carismi, e tutte al servizio della Chiesa. Ma alla corrente non si possono porre dighe, né si può rinchiudere lo Spirito Santo in una gabbia!” ha esclamato.

Il giorno prima, durante una messa celebrata negli stessi luoghi, il cardinale Kevin Joseph Farell, aveva presentato il Rinnovamento carismatico come una corrente “che ha raggiunto la sua maturità ecclesiale”, e l’aveva invitato a farsi carico della Chiesa e assumersi le sue responsabilità.

Il papa è stato ancora più diretto, affidando ai membri dell’assemblea un mandato: “Condividere con tutti nella Chiesa il Battesimo nello Spirito Santo, lodare il Signore senza sosta, camminare insieme con i cristiani di diverse Chiese e comunità cristiane nella preghiera e nell’azione per i più bisognosi. Servire i più poveri e gli infermi, questo si attendono la Chiesa e il Papa da voi, Rinnovamento Carismatico Cattolico, ma da voi tutti: tutti, tutti che siete entrati in questa corrente di grazia!”

Il papa si è anche soffermato sull’ “ecumenismo del sangue”. “Oggi abbiamo scelto di riunirci qui, in questo luogo [ha detto il pastore Treatino] perché qui, durante le persecuzioni vennero martirizzati dei cristiani, per il divertimento di quelli che stavano a guardare. Oggi ci sono più martiri di ieri! Oggi ci sono più martiri. Cristiani. Quelli che uccidono i cristiani, prima di ucciderli non domandano loro: ‘Ma, tu sei ortodosso? Tu sei cattolico? Tu sei evangelico? Tu sei luterano? Tu sei calvinista?’. No! ‘Tu sei cristiano?’, sgozzato, subito. Oggi ci sono più dei primi tempi”. 

In un prossimo articolo, verrà analizzato da più vicino questo fenomeno, verificando il suo rapporto con diversi movimenti ecclesiali, fra cui il rinnovamento carismatico.

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