10/07/2007, 00.00
ASIA
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In Asia è in continua crescita la corsa al nucleare

Sempre più Stati asiatici costruiscono impianti nucleari, per avere energia a basso costo e pulita. Ma i critici contestano il rischio di incidenti, il pericolo che molti abbiano una tecnologia anche bellica, la possibilità che gli impianti siano obiettivo di gruppi terroristici.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Aumenta la “corsa” al nucleare in Asia. Uno studio evidenzia che su 28 impianti nucleari in costruzione nel mondo, 17 sono in Asia. Tutti gli Stati dichiarano che il programma nucleare ha fini civili. I due giganti, Cina e India, vi cercano l’energia necessaria per il loro rapido sviluppo e anche il Giappone, al 3° posto mondiale per gli impianti nucleari dopo Stati Uniti e Francia, annuncia che entro 10 anni la produzione di energia di fonte nucleare salirà dal 30 al 40% del totale.

La Corea del Sud dichiara che aumenterà il numero degli impianti nucleari. Il Vietnam ha deciso di installare due reattori nel prossimo decennio. La Thailandia compie ricerche e parla di costruire un impianto entro il 2020. La Malaysia non esclude di considerare l’opzione entro pochi anni. L’Indonesia vuole iniziare entro il 2010 la costruzione del primo impianto e poi farne altri, con l’aiuto di Corea del Sud e Australia (che ha il 40% dei giacimenti di uranio), per produrre almeno il 17% dell’energia necessaria per il Paese.

Senza dimenticare i “casi” Iran e Corea del Nord. Teheran, ricca di petrolio e gas che non sfrutta, dichiara che sta sviluppando la tecnologia nucleare a fini civili, nonostante l’opposizione dei molti che temono sviluppi militari. Pyongyang, dove la popolazione muore di fame, per anni ha dichiarato di voler sviluppare armi nucleari “per la propria difesa”.

La scelta dipende dalla crescente richiesta di energia a basso costo e dai problemi di inquinamento. Il rapido aumento del prezzo del petrolio, la crescente competizione per le fonti di energia, il timore che queste risorse naturali possano esaurirsi e l’instabilità politica  del Medio Oriente consigliano l’opzione nucleare. L’uranio è disponibile in quantità sufficiente ed è economico. Gli impianti energetici a carbone e petrolio causano, poi, emissioni molto inquinanti nell’aria. Hong Kong discute se costruire un impianto nucleare proprio per ridurre l’inquinamento dell’aria.

I critici contestano il rischio di disastri, come l’esplosione della centrale sovietica di Chernobyl nel 1986, e il pericolo che chi ha la tecnologia nucleare la usi anche per scopi militari. Osservano, ancora, che lo sviluppo della necessaria tecnologia è lungo e costoso e che in Paesi come l’Indonesia gli impianti possono diventare un obiettivo per i gruppi di estremisti islamici.

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