15/10/2008, 00.00
SRI LANKA
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In Sri Lanka è polemica sui kit per la raccolta del sangue “scaduti”

di Melani Manel Perera
Il sistema nazionale delle trasfusioni avrebbe utilizzato strumentazioni che non garantivano una perfetta sterilizzazione, mettendo a rischio la salute di pazienti e donatori. Attivisti per i diritti dei pazienti chiedono “indagini approfondite” e la “denuncia” di eventuali irregolarità.

Colombo (AsiaNews) – Scoppia il caso dei kit scaduti per la raccolta del sangue , che rischiano di compromettere la salute dei pazienti a cui si fanno le trasfusioni, ma anche quella degli stessi donatori.

“Il pericolo riguarda anche i donatori”, sottolinea l’avvocato W.A.S. Jayasuriya, leader del Collettivo per i diritti dei pazienti, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Colombo. Chiedendo una approfondita indagine, l’attivista denuncia che “il Servizio nazionale di trasfusione del sangue” avrebbe utilizzato dei kit per la raccolta del sangue “scaduti”, ovvero senza la garanzia di una “perfetta sterilizzazione”, indispensabile per prevenire la diffusione di eventuali malattie. Egli chiede al contempo che venga promossa una campagna a tappeto per “ridare valore ala salute dei pazienti e dei donatori”.

Jayasuriya promette per il futuro un “controllo rigoroso” sull’operato del sistema sanitario nazionale e la “pronta denuncia di eventuali irregolarità”; egli promette anche che saranno richiesti dei “giuramenti scritti” di buona salute da parte dei donatori e sottoposti alla certificazione del Consiglio medico nazionale.

“Abbiamo le prove secondo cui, negli ultimi mesi, il Servizio nazionale di trasfusione del sangue avrebbe utilizzato kit per la raccolta del sangue scaduti; un fatto analogo è avvenuto anche in alcune banche del sangue nei dintorni della capitale”, denuncia ad AsiaNews Freddy Gamage, uno dei coordinatori del Collettivo per i diritti dei pazienti. “È un comportamento inaccettabile che mette a rischio la salute di donatori e pazienti”.

Gli attivisti chiedono che vengano promosse “indagini approfondite” su chi ha donato il sangue fra il primo di marzo e il 31 luglio di quest’anno, prima che lo scandalo cominciasse a filtrare dagli ambienti sanitari. Essi hanno cominciato a raccogliere le denunce di pazienti e donatori, la cui salute sarebbe in pericolo a causa dell’utilizzo di tali kit .

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