15/11/2008, 00.00
CINA
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In corso il summit G 20: occhi puntati sui “Paesi in via di sviluppo”

Tutti attendono di vedere cosa faranno Cina, India e altri Paesi emergenti. Pechino ripete che occorre maggior attenzione per le esigenze dei Paesi in via di sviluppo. Intanto ieri Bush già indica che non si attende risultati immediati.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – I leader dei 20 Paesi più industrializzati (l’85% dell’economia mondiale) discutono oggi a Washington come affrontare insieme la crisi finanziaria globale, dopo la cena di lavoro di ieri sera (nella foto). Grande attesa per le posizioni dei Paesi in via di sviluppo, Cina e India anzitutto.

Tutti sperano che emergano accordi per riforme di lungo-termine per impedire future crisi e coordinare misure di sostegno e di stimolo per le economie. Già nella cena di ieri sono emerse posizioni differenti, con l’Europa che chiede drastici “cambiamenti nelle regole del gioco nel mondo finanziario” (come ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy), mentre Usa e altri Paesi preferiscono riforme meno radicali. Anche se tutti concordano per l’urgenza, il presidente Usa George W. Bush nel dare il benvenuto ha premesso che il problema “non deve essere risolto stanotte, ma sarà risolto con una costante cooperazione e determinazione”. Forse anche perché l’assenza del neoeletto presidente Barack Obama suscita incertezza se confermerà eventuali impegni di Bush.

Con 2mila miliardi di riserve in valuta estera e un’economia ancora in rapida espansione, tutti sono attenti a cosa farà la Cina. Yi Gang, vicegovernatore della centrale Banca di Cina, ha annunciato che Pechino vuole provare diverse vie, tra cui “la partecipazione in attività del Fondo monetario internazionale”, ma che comunque vuole agire “in modo responsabile e prudente, senza cedere al panico”. Mu Hong, vicedirettore della Commissione nazionale riforma e sviluppo, ha confermato che la Cina potrà comunque contribuire ad affrontare la questione “entro i limiti che può farlo un Paese in via di sviluppo”.

Tang Ming, esperto economico, ricorda che Pechino già è intervenuta a sostegno dell’economia mondiale, ad esempio con il recente acquisto di 700 miliardi di dollari di bond del governo Usa per ridare vigore alle istituzioni finanziarie.

Pechino ripete che deve anzitutto pensare ai problemi interni e che, peraltro, la sua crescita economica è di per sé benefica per la finanza mondiale, e insiste che occorre dare maggior influenza alle nazioni in via di sviluppo e più spazio alle loro esigenze. Intanto cerca di stimolare il consumo interno (pochi giorni fa ha annunciato investimenti di 4mila miliardi di yuan per opere interne) e di aumentare i rapporti economici con gli altri Paesi in via di sviluppo. In questa ottica vede con favore il summit dei G 20, dove maggiore può essere il suo peso. In preparazione al summit, la scorsa settimana si sono incontrati a San Paulo (Brasile) i ministri finanziari di Cina, India, Brasile e Russia.

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