06/09/2019, 09.22
SINGAPORE-ZIMBABWE
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In un ospedale di Singapore è morto Robert Mugabe, ex capo di un Paese in povertà

Era curato per cancro alla prostata e per una cataratta. Nello Zimbabwe la povertà raggiunge l’84% nelle aree rurali e il 46,5% nelle aree urbane. La disoccupazione è al 90%. Educato in una missione cattolica, ha poi sposato l’ideologia nazionalista e marxista per liberare il suo Paese dai coloni britannici. Ha guidato lo Zimbabwe dal 1980 al 2017.

Singapore (AsiaNews) – L’ex presidente dello Zimbabwe, Rober Mugabe, è morto stamane in un ospedale di Singapore all’età di 95 anni. Ne ha dato l’annuncio oggi, il suo successore Emmerson Mnangagwa che in un tweet lo proclama “icona della liberazione”, “panafricanista che ha dedicato la sua vita all’emancipazione… del suo popolo”. In realtà, durante la sua presidenza, il Paese ha vissuto sotto un pugno di ferro e si è inabissato nella povertà. Secondo gli ultimi dati Onu (2011), la povertà raggiunge l’84% nelle aree rurali e il 46,5% nelle aree urbane.

Secondo voci non ufficiali, Mugabe era a Singapore da diversi mesi ed era stato curato per un cancro alla prostata, oltre che per una cataratta.

Nato in Rhodesia nel 1924, e abbandonato dal padre, fino all’adolescenza egli vive in una missione cattolica di Kutama. Per motivi di studio si sposta poi nell’Africa del Sud, dove viene a contatto con personalità del nazionalismo africano. Egli stesso cresce in una visione africanista e marxista e al ritorno nel suo Paese, allora colonia britannica, lavora per l’indipendenza. Per questo è stato imprigionato per 11 anni. Nel 1975 una lunga guerra contro i coloni bianchi, lanciata dal suo partito, lo Zanu (Unione africana nazionale dello Zimbabwe) e dal suo braccio militare, porta alla fine della guerra civile – che ha fatto 30mila morti – e alle elezioni del 1980, dove Mugabe diviene primo ministro. Una volta eletto, cerca di migliorare la vita della popolazione e lancia una riforma agraria, espropriando le terre dei bianchi e affidandole ai suoi fedelissimi, ma inesperti. Così, l’agricoltura, che era stata un pilastro dell’economia, viene distrutta e la popolazione scivola nella miseria e nella fame.

È eletto presidente nel 1990 e nel 1996. Nel 2002 viene rieletto, ma è accusato di frodi, escludendo il suo concorrente Morgan Tsevangirai. Questi, è il più votato al primo turno delle elezioni del 2008, ma il regime di Mugabe si scaglia con violenza contro l’opposizione e Tsivangirai si ritira boicottando le urne. Mugabe è rieletto, ma la comunità internazionale lancia delle sanzioni contro lo Zimbabwe, che scivola ancora di più nella povertà. Nel 2013, a nuove elezioni presidenziali, Mugabe è eletto, ma Tsevangirai lo accusa ancora di frode. Dopo un tentativo di passare la presidenza a sua moglie Grace, viene destituito dall’esercito il 21 novembre 2017, lasciando il Paese nella rovina. Lo Zimbabwe è ricco di terre fertili, di miniere di platino e di litio, ma a causa della corruzione e della mala gestione durante la sua dittatura, il Paese è alla fame e la disoccupazione arriva fino al 90%.

Negli ultimi anni, la Cina si è offerta per migliorare l’economia del Paese.

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