12/02/2016, 15.00
INDIA
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India, anche i non cattolici pregano la Madonna di Gunadala

di Benigna Menezes*

Ieri la diocesi ha festeggiato la memoria della Madonna di Lourdes. Una statua della Vergine è stata portata nel 1928 dai padri del Pime, che hanno fondato anche la diocesi. Questa è posta su una collina “per proteggere la città e mantenerla più vicina a Gesù”. La festa per l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette ha attirato 1,4 milioni di fedeli, anche non cristiani.

Vijayawada (AsiaNews) – La statua della Vergine Maria “posta in cima alla collina è il mezzo attraverso cui si diffonde la grazia divina sull’intera città di Vijayawada”. Lo ha detto mons. Joseph Raja Rao Thelagathoti durante la celebrazione della sua prima messa nel Santuario di Nostra Signora Gunadala Matha, dopo l’insediamento nella sede vescovile di Vijayawada. La sua prima funzione ha coinciso con i festeggiamenti per la Madonna di Lourdes, che per la diocesi riveste un significato particolare. Mons. Raja Rao infatti ha ricordato che il santuario di Gunadala Matha nasce dall’iniziativa dei missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), che nel 1928 portarono la statua della Madonna di Lourdes e la stabilirono sulla collina “per proteggere la città e mantenerla più vicina a Gesù”.

Il vescovo ha spiegato: “La Madonna di Lourdes che è giunta a Vijayawada è la stessa che oggi benedice la città come Nostra Signora di Gunadala Matha”. Durante l’omelia egli ha spiegato l’origine della festa, che risale alla prima apparizione della Vergine alla piccola Bernadette, avvenuta nel 1858. La Vergine, continua il prelato, “spiegò a santa Bernadette come ottenere la misericordia di Dio attraverso la recita del Rosario e la pratica della penitenza per convertire un mondo peccatore che, altrimenti, è destinato a essere distrutto”.

La messa è stata concelebrata da mons. Govindu Joji di Nalgonda, dal vescovo emerito Mathew Cheriankunnel (missionario del Pime) e da circa 200 sacerdoti. Le celebrazioni per l’anniversario si sono svolte in tre giorni, dal 9 all’11 febbraio, e sono state precedute da una novena di preghiera, durante la quale ogni giorno i fedeli si sono recati in processione al santuario sulla collina, portando candele accese.

P. Chinappa, rettore del santuario, riferisce: “Quest’anno quasi 1,4 milioni di persone hanno partecipato ai vari momenti. Questo numero riflette la cultura trasversale della congregazione. Una larga fetta di questa moltitudine fluttuante era rappresentata da persone appartenenti alle fedi più disparate, che sono venute qui per trovare la pace e mettersi in sintonia con la Madre di Dio. Essi hanno offerto fiori, hanno spaccato le noci di cocco di fronte alla Madonna, secondo il tradizionale fervore indiano. Le persone vengono per fare un voto o per compierlo, per fare penitenza o in cerca di un miracolo”.

I fedeli si mettono in fila fin dalle prime ore del mattino, poi iniziano il percorso di ascensa della collina. Si fermano a metà strada a pregare di fronte alla grotta della Madonna e poi proseguono fino in cima dove è eretta una croce. “Lungo la salita che dura quasi un’ora– dice il rettore – ci sono delle postazioni per la rasatura, dove i fedeli possono tagliarsi i capelli in segno di sottomissione alla Vergine. La rasatura è un atto di penitenza, con cui si affida alla Madonna la protezione dei bambini, o un gesto per ringraziare la grazia ricevuta”.

In conclusione della messa, mons. Raja Rao ha invitato l’assemblea ad “affrontare un pellegrinaggio spirituale e a farsi attrarre da Maria, la Madre dell’universo che qui a Vijayawada è venuta a risiedere come Gunadala Matha”.

*Missionaria dell'Immacolata, Congregazione femminile associata al Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime)

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