22/09/2005, 00.00
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India, associazione cattolica per la salute "pioniera nell'assistenza medica"

di Nirmala Carvalho
L'arcivescovo di Shillong parla del 62° meeting dell'Associazione che tratta la sanità in India. All'inaugurazione il card. Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. 

Shillong (AsiaNews) - Il cardinale Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, ha inaugurato a Shillong (capitale dello stato di Meghalaya, nord-est dell'India) il 62° meeting annuale dell'Associazione cattolica per la salute dell'India (Chai).

Il porporato rientra in India dopo la visita di 2 anni fa al santuario di Maria "Nostra Signora della salute", in occasione della Giornata mondiale del malato. Il meeting è iniziato martedì 20 e terminerà oggi. Il tema principale è "Accesso alla salute nel contesto della pandemia da Hiv/Aids".

L'arcivescovo di Shillong, mons. Dominic Jala, ha presieduto la sessione inaugurale. In un'intervista ad AsiaNews ha dichiarato: "Sono estremamente soddisfatto del lavoro del Chai che nel campo dell'assistenza medica è stato un pioniere in India, in particolar modo per quel che riguarda il virus dell'Aids e dell'Hiv". "È allarmante - spiega - che la percentuale di malati da questi virus stia salendo vertiginosamente, specialmente nella fascia d'età compresa fra i 15 ed i 20 anni. Questo trend è preoccupante soprattutto perché questi ragazzi sono la generazione futura".

"Dobbiamo intensificare – sottolinea - i nostri sforzi per lottare contro questo morbo, che oltre ad essere un problema di salute è anche un grave malessere sociale. È necessario intensificare la prevenzione dall'Hiv/Aids attraverso programmi educativi e di informazione, utilizzando anche il canale scolastico".

L'arcivescovo ha parlato della visita del cardinale Barragan: "E' l'ospite più importante del meeting. Nel suo discorso inaugurale il cardinale ha riportato il doloroso ritratto della situazione globale per quel che riguarda l'Hiv/Aids. Ha presentato le pietose statistiche sull'impatto della malattia in Africa, Asia ed in altri paesi. È però soddisfatto della risposta della chiesa a questa crisi crescente. Ha sottolineato positivamente che in India l'80-85% dei malati di Hiv/Aids sono curati nei 62 centri  gestiti dalla chiesa, ha lodato l'alta professionalità che gli operatori sono in grado di offrire ai malati, e ci ha spronato a continuare con forza la nostra lotta contro i virus e nell'informazione preventiva della popolazione".

P. Sebastian Ouseparambil, presidente del Chai, dice: "Oltre 700 professionisti nel campo medico sono attesi al nostro meeting. Lavoriamo per la salute delle persone. Vogliamo migliorare la qualità degli ospedali, dei centri di salute e dei dispensari. Puntiamo soprattutto su poveri e  emarginati, in particolare donne e bambini. Il Chai si occupa della formazione di nuovi professionisti a tutti i livelli, e promuove inoltre ideali connessi con la salute, come valori spirituali, morali, etici, sociali ed educazionali".

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