02/03/2006, 00.00
INDIA
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India, il Rajasthan si prepara ad introdurre la legge anti-conversione

di Nirmala Carvalho

L'amministrazione statale è guidata dal partito nazionalista  Bjp; i cattolici si oppongo al disegno di legge, ma le autorità locali rimangono sorde. Vescovo di Jaipur: con questa legge il governo dà il suo tacito consenso alle violenze anti-cristiane.

Mumbai (AsiaNews) – Il governo del Rajasthan, India, assicura di "non voler creare una divisione nello Stato" tra comunità religiose, mentre alcuni dei suoi funzionari di spicco premono per introdurre una Legge anti-conversione, che aggraverebbe le violenze contro i cristiani, già in atto nello Stato. Qui è al potere il Bharatiya Janata Party - Bjp, il più grande partito politico indiano, di impronta nazionalista – che mira a far passare la legge "il prima possibile".

Esponenti della Chiesa cattolica locale vedono nella legge il "tacito consenso del governo alle violenze, un incitazione al sentimento anti-cristiano" e intanto preparano l'opposizione.

Ieri in occasione dell'Assemblea statale, Vasundhara Raje, capo del governo (Chief minister), ha dichiarato che "in Rajasthan siamo una sola famiglia" e che i responsabili delle ultime violenze contro i cristiani saranno puniti "severamente". Membri locali del partito Congress denunciano però che proprio lo stesso capo del governo giorni fa si è rifiutato di incontrare una delegazione di cristiani che chiedeva protezione dagli attacchi contro la comunità.

In un'intervista ad AsiaNews mons. Oswald Lewis, vescovo di Jaipur, capitale del Rajasthan, annuncia che la Chiesa si opporrà al "Disegno di legge sulla libertà religiosa" e che alcuni rappresentanti cattolici hanno già parlato con ministro dell'Interno, Gulab Chand Kataria, spiegandogli "l'inutilità della legge".

Ma Kataria – racconta il presule – continua  difendere il disegno di legge come necessario. A fine febbraio annunciava: "Mancano gli ultimi ritocchi, proveremo a discuterne in occasione dell'Assemblea e a farla diventare legge il prima possibile".

A niente sono servite le statistiche sulle conversioni al cristianesimo nello Stato, viste come una minaccia dai fondamentalisti indù. Mons. Lewis dichiara di averle sottoposte alle autorità: "Sono una prova concreta che le conversioni non sono mai state imposte o operate con l'inganno", come accusano i fondamentalisti indù. Al contrario, sottolinea il vescovo, dall'ottobre 2005 sono aumentate "in modo allarmante" le violenze anti-cristiane.

Pretesto per gli ultimi attacchi in Rajasthan è stata la pubblicazione di un libro in indi, tradotto dall'inglese, che conterrebbe offese all'induismo. L'opera è attribuita a un gruppo protestante. Domenica scorsa, in presenza della polizia, un gruppo di attivisti del Vishwa Hindu Parishad, ha impedito ad alcuni cristiani di pregare in una chiesa e vandalizzato due scuole di missioni a Jaipur.

Secondo il presule se approvata, con questa legge il governo locale darebbe "il suo tacito consenso a queste violenze e inciterebbe il sentimento anti-cristiano, che porta alla perdita di vite umane e proprietà".

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