07/10/2005, 00.00
ASIA
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Influenza aviaria, la pandemia ucciderebbe 300 milioni di persone

Esperti internazionali di sanità avvertono:impossibile impedire la diffusione del virus a epidemia già scoppiata; gli Usa studiano come chiudere le frontiere e "isolare" i focolai.

Hong Kong (AsiaNews/Scmp) – Un milione di persone possono venire contagiate dall'influenza aviaria nella sola Hong Kong in 8 settimane. E' la previsione di Thomas Tsang Ho-fai, consulente presso il Centro per la protezione della salute.

Ieri Tsang ha indicato che una pandemia potrebbe colpire il 15% della popolazione di Hong Kong. Egli ha anche avvertito che il vaccino dà scarsi risultati durante un'epidemia, poiché "il virus diventa presto resistente quando c'è un diffuso utilizzo di medicinali". Anche la quarantena sembra una soluzione non efficace in caso di contagi superiori al 5-10% degli abitanti. Opinioni condivise da Henry Niman, esperto statunitense.

Tsang non ha voluto fare previsioni sulle possibili morti, ma i precedenti casi di influenza dei polli hanno ucciso il 55% dei contagiati. Unica possibile contromisura: chiudere scuole e luoghi pubblici e "restare a casa". Lo scenario sarà ancora peggiore, ha ammonito, se il virus H5N1 riuscirà a trasmettersi in via diretta tra gli esseri umani. In questo caso, concordano gli esperti, il contagio sarà più grave dell'influenza spagnola del 1918 e potrebbero morire in tutto il mondo 300 milioni di persone.

"Una seconda pandemia – ha aggiunto – potrebbe arrivare entro i successivi 12 mesi".

Il 5 ottobre scorso Chow Yat-ngok, segretario cinese per la Sanità, sicurezza sociale e alimentazione, aveva avvisato che una pandemia potrebbe causare il "collasso…del mondo intero".

In Cina permane un livello di "allerta" per gli attuali contagi di influenza aviaria nel sud est dell'Asia. Allo studio severe misure nell'allevamento e nella vendita del pollame, per limitare i rischi del contagio; la Cina (insieme al Vietnam) produceva il 25% del pollame esportato nel mondo e la sua economia subisce gravi perdite.

Intanto al Dipartimento di Stato americano ieri si sono riuniti gli esperti di 65 Paesi e delle organizzazioni internazionali, per studiare e coordinare possibili contro misure.

Negli Stati Uniti si analizza la possibilità, in caso di pandemia, di chiudere le scuole e porre severe limitazioni ai viaggi e alla circolazione delle merci. Michael Leavitt, Segretario americano per la Sanità, indica la necessità di isolare il focolaio epidemico e di mettere "in isolamento e in quarantena l'intera popolazione di quella zona".
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