23/02/2004, 00.00
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Infuocata campagna elettorale all'ombra della Cina

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – È iniziata ufficialmente sabato 21 febbraio la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, che vede scontrarsi il presidente in carica Chen Shui-bian, del Partito Progressista Democratico (DPP), e il candidato dell'opposizione Lien Chan, del Partito conservatore e nazionalista del Kuomintang (KMT). I due hanno partecipato a un dibattito molto acceso sulle relazioni tra Taiwan e la Cina, questione cruciale della campagna elettorale. Fino al prossimo 20 marzo, giorno delle votazioni, non sono previsti altri dibattiti. In base alla legge di Taiwan, la campagna elettorale dura 28 giorni, ma già dall'anno scorso i due candidati hanno iniziato a darsi da fare per conquistare il supporto popolare. Attualmente nessuno dei due appare sicuramente vincitore.

Sabato 21 febbraio, due quotidiani nazionali molto popolari, il China Times e lo United Daily News, hanno svolto un'inchiesta sul vincitore del dibattito. Il China Times ha contattato 920 persone, mentre lo United Daily News 1077. Fra gli intervistati dal China Times, il 37% dichiara vincitore Chen, il 28% Lien, il 15% dice di apprezzare entrambi; il restante 20% non ha opinione o non ha preferenza per nessuno dei due. Tra le persone intervistate dallo United Daily News, il 39% ha scelto Lien, il 38% Chen, al 9% non è piaciuto nessuno dei due e il restante 14% è indeciso o non ha opinione.

Riguardo alle intenzioni di voto, il China Times ha riportato che il 42% voterebbe per Lien se le elezioni fossero adesso, mentre il 37% riconfermerebbe Chen. Il 21% è indeciso o non ha alcuna opinione. Il sondaggio dello United Daily News ha trovato il 40% delle persone a favore di Lien e il 35% di Chen. Il restante 25% non sa o non ha opinione. Il margine di errore dei sondaggi è stato stimato al 3%. Giovedì 19 febbraio, un sondaggio condotto dalla rete televisiva TVBS ha mostrato una maggiore distanza tra i due candidati: il 44% degli intervistati ha votato per Lien, mentre il 34% per Chen.

Lee Yuan-tseh, vincitore del Premio Nobel 1986 per la chimica e presidente dell'Academia Sinica, ha dichiarato il suo appoggio a Chen perché favorevole al progetto di riforma parlamentare del presidente. Nelle elezioni del 2000, Lee, che è molto stimato a Taiwan, aveva aiutato Chen a vincere, denunciando la corruzione del KMT.

Chang Chun-hong, ex segretario generale del DPP, ha preannunciato a Chen che centinaia di sostenitori del partito non lo voteranno, per gli scarsi risultati del governo. Molti uomini d'affari e investitori taiwanesi che operano in Cina sono scontenti della politica di Chen e lo accusano di mettere a repentaglio le relazioni economiche con la Cina con le sue dichiarazioni indipendentiste. Eric Teng, un albergatore taiwanese che da 9 anni vive a Shanghai, ha aiutato a organizzare il ritorno a Taiwan di decine di migliaia di investitori per il 20 marzo. Egli stima che in 200 mila torneranno a Taiwan per votare.

Il KMT ha governato il paese per 51 anni, da quando nel 1949 Chiang Kai-shek con le sue truppe è fuggito a Taiwan dopo la vittoria dell'esercito maoista in Cina continentale. Nel 2000, per la prima volta il KMT è stato sconfitto alle elezioni politiche dal DPP. I due partiti hanno una posizione divergente sulla situazione di Taiwan rispetto alla Cina. Il KMT appoggia la politica "un paese, due sistemi" promossa da Pechino, cioè una riunificazione ma con la distinzione di due sistemi politici ed economici. Il DPP è a favore dell'indipendenza dalla Cina e del riconoscimento di Taiwan come stato sovrano a livello internazionale. (MR)

 

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