25/06/2019, 14.42
TURCHIA
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Iniziato il processo per le manifestazioni del Gezi Park. Per l’accusa volevano ‘rovesciare il governo’

di Marian Demir

I 16 personaggi della società civile - intellettuali, attori, registi, filantropi – avrebbero “fomentato un’insurrezione organizzata” grazie a una “manipolazione organizzata dall’estero”. Per Erdogan vi è lo zampino di Soros. Al processo sono presenti osservatori del Parlamento europeo.

Istanbul (AsiaNews) - Da ieri, 16 membri della società civile turca sono a processo, accusati di voler “rovesciare il governo della Repubblica di Turchia” perché organizzatori del “movimento di Gezi Park”, la serie di manifestazioni iniziate nel 2013 nel parco di Istanbul e poi diffusesi in tutto il Paese.

Il processo si tiene nel tribunale della prigione di alta sicurezza di Silivri, alla periferia di Istanbul. Sul banco degli accusati si trovano fra gli altri il filantropo Osman Kavala; Yigit Aksakoglu, rappresentante in Turchia di una fondazione olandese; l’avvocato Can Atalay, l’architetto Mucella Yapici; l’urbanista Tayfun Kahraman; Ali Hakan Altınay, della fondazione Anadolu Kültür Inc, la regista Cigdem Mater. Il giornalista Can Dündar e gli attori Mehmet Ali Alabora e Ayse Pinar Alabora, rifugiatisi in Europa, sono processati in absentia. Per tutti la richiesta del pubblico ministero è l’ergastolo.

Al processo, insieme ad amici e familiari degli imputati, sono presenti deputati dell’opposizione, attivisti per i diritti umani, rappresentanti del parlamento europeo, in particolare da Olanda, Svezia, Francia, Norvegia e Germania.

Il movimento di “Gezi Park” è sorto con alcune proteste iniziate alla fine di maggio 2013 in piazza Taksim (v. foto), contro un progetto edilizio che prevedeva l'abbattimento di alberi al Gezi Park, uno dei pochi polmoni verdi di Istanbul.  Le dimostrazioni sono cresciute sempre più di numero, fino a 3 milioni e mezzo di persone, canalizzando una forte critica al governo di Recep Tayyip Erdogan (allora primo ministro), accusandolo di autoritarismo e di voler islamizzare lo Stato laico.

Le manifestazioni si sono concluse dopo poche settimane, per la violenza delle forze dell’ordine, che hanno causato la morte di 9 persone e il ferimento di migliaia.

Il movimento di Gezi Park rappresenta la prima grande espressione di critica all’autoritarismo di Erdogan. Per il leader turco esso è stato organizzato con l’aiuto di organismi e di sovvenzioni dall’estero, in particolare il miliardario Usa di origine ungherese George Soros.

L’accusa contro i 16 imputati ricalca quelle di Erdogan: essi hanno “fomentato un’insurrezione organizzata” grazie a una “manipolazione organizzata dall’estero”.

Quest’oggi, nella sua difesa, Can Atalay ha dichiarato: ““Gezi è contro l’imperialismo. Non può essere spiegato da nessun trucco o cospirazione straniera… Gezi è la volontà e la determinazione del popolo nel prendere nelle loro mani il loro destino. Gezi è la possibilità che la Turchia possa emergere dall’oscurità del Medio oriente. Gezi è la speranza di questa nazione per ciò che riguarda uguaglianza, libertà e giustizia”.

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