17/03/2005, 00.00
ISRAELE-VATICANO
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Inviato vaticano allo Yad Vashem: manifestare il bene

Gerusalemme (AsiaNews) – "Se il male può sempre venire fuori dal cuore di un uomo, così possa il bene sempre essere ugualmente manifesto. E' questa la ragione per cui oggi siamo qui".

E' questa la speranza che chiude il discorso del card. Jean-Louis Tauran, archivista della Santa Sede, inviato dal Papa all'inaugurazione del Museo della storia dell'olocausto a Yad Vashem (Gerusalemme), che si è tenuta ieri mattina. Erano presenti alla cerimonia diverse personalità internazionali fra cui il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, 9 capi di Stato, 6 primi ministri e 4 ministri degli esteri,  in rappresentanza di una delegazione internazionale composta da 40 esponenti politici da tutto il mondo. Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell'intervento del cardinal Tauran:

"Ho il privilegio di rassicurarvi sulla vicinanza spirituale del papa Giovanni Paolo II, così come della solidarietà della Chiesa Cattolica, della quale alcuni eminenti rappresentanti sono presenti con noi oggi.

La costruzione che abbiamo inaugurato è per il mondo intero un avvertimento, una testimonianza e un appello.

Riconoscendo l'immensità della sofferenza ebraica, ci troviamo faccia a faccia con l'obbligo di essere vigili, con il bisogno di rigettare l'indifferenza e con la terrificante inutilità di un mondo senza Dio. Il papa Giovanni Paolo II ripete ancora un volta questa mattina a tutti coloro che hanno la volontà di ascoltare che noi ricordiamo "l'orribile crimine commesso contro la nazione Ebraica", che è stato l'Olocausto, e che noi lo facciamo perché "questi terribili eventi siano per gli uomini e le donne di questa epoca un appello alla responsabilità, al fine di costruire la nostra storia".

La Chiesa Cattolica, rispettando l'unicità dell'ebraismo e rimanendo collegati nella fede alla loro eredità; insegna che non c'è posto o ragione per l'odio contro gli Ebrei. Questo sarebbe un peccato contro Dio e l'umanità.

Possano le parole dei Salmi risuonare in questa Terra Santa, le stesse parole che potrebbero avere sostenuto nei loro tormenti molti di coloro che oggi piangiamo: "Come un padre ha compassione per i suoi figlio, così il Signore ha compassione di coloro che lo temono. Perché lui sa come siamo fatti…Il costante amore del Signore è per i secoli dei secoli… (Salmo 103: 13; 17). Se il male può sempre venire fuori dal cuore di un uomo, così possa il bene sempre essere ugualmente manifesto. E' questa la ragione per cui oggi siamo qui".
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