03/05/2011, 00.00
IRAQ
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Iraq: i cristiani temono nuovi attacchi. Ambasciatore a Roma: faremo di tutto per proteggerli

La morte di Osama Bin Laden potrebbe scatenare nuove azioni terroristiche contro le minoranze religiose. Saywan Barzani: “La cosa più importante è cercare di assicurare la sicurezza dei cristiani”. In televisione in Iraq il capo terrorista è stato definito “un santo”.

Baghdad (AsiaNews) – La morte di Osama Bin Laden è vissuta con apprensione dai cristiani in Iraq, anche se, come dichiara ad AsiaNews l’ambasciatore iracheno in Italia, Saywan Barzani, il governo di Baghdad pensa che “la cosa più importante è quella di cercare di assicurare la sicurezza dei cristiani, di trovare tutti i modi per far sì che i cristiani siano difesi”. Fonti ecclesiali irachene ricordano che “Osama Bin Laden è un fenomeno strano e pericoloso. Bin Laden  ha creato tutta una scuola. Tutta una generazione è indottrinata da lui. Sono migliaia nei Paesi arabi, e anche fuori”.

E la sua morte ha suscitato reazioni pericolose, dice ad AsiaNews un sacerdote cristiano: “In programmi televisivi c’è chi lo ha chiamato santo. Anche gente seria ha detto che egli è un vero mujahidin e uno shahid, un martire, e come tale deve essere celebrato. Un imam ha detto: basta una  goccia del suo sangue per farlo entrare in Paradiso. Bin Laden ha lottato contro i sufi, i cristiani e gli sciiti…Sono scioccato”. L’eredità di Bin Laden non è destinata a scomparire con la sua morte, dicono nella comunità cristiana di Baghdad. “Bin Laden rappresenta un movimento radicale contro tutto ciò che non è l'islam del medio evo; ed è un islam politicizzato soprattutto contro l'occidente (che è considerato corrotto nei costumi e nella morale).  Tanti nei Paesi arabi, anche fra gli intellettuali lo hanno lodato. I pericoli per l’Occidente, visto come il grande diavolo, ora sono maggiori” .

Mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk pensa che sia necessario un lungo impegno educativo. “La sua morte non risolve il problema. Con la sua scomparsa non ci sarà più pace di prima, e la sua morte non faciliterà il pluralismo e una coesistenza armonica. Ci vuole una campagna per rieducare i giovani musulmani verso un islam moderato che accetti gli altri e rispetti la diversità. La guerra complica le cose e non aiuta  un cambiamento positivo”. 

 Il timore di possibili “vendette” per la sua morte è forte. AsiaNews ha chiesto il parere di Saiwan Barzani, ambasciatore iracheno presso l'Italia: “L'Iraq - egli dice - è il primo fronte antiterrorismo al mondo. Abbiamo avuto il più grande numero di attentati nella storia, e abbiamo avuto il più grande numero di vittime nella storia. Abbiamo una grande esperienza, le forze di sicurezza e l’esercito sono in massimo stato di allerta”.

Barzani ricorda che i terroristi hanno cominciato a prendere di mira i cristiani quando si sono resi conto che questo provocava più reazione nei mass media. “Il governo fa di tutto per proteggere le chiese e le comunità cristiane dell’Iraq perché sono una componente storica molto importante dell’Iraq. Bisogna assolutamente proteggerli in ogni modo”.

Il pericolo, in questi giorni, è maggiore: “I terroristi, nella loro strategia, forse tenteranno di prendere di mira i cristiani più degli altri, la cosa più importante è quella di cercare di garantire la sicurezza dei cristiani, di trovare tutti i modi per far sì che i cristiani siano protetti, ma senza mediatizzare troppo queste misure di sicurezza, per non risvegliare l’interesse dei terroristi. I terroristi cercano di far parlare di sé, e in questo modo tentano di destabilizzare il Paese”.

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