25/09/2018, 10.37
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Islam e democrazia, Mahathir: A volte è un disastro

Il premier malaysiano ad Oxford: “In alcuni Paesi musulmani, la gente non vuole aspettare la fine del mandato e desidera cambiare l’esecutivo subito dopo le elezioni”. “Necessario passare più tempo a cercare di capire il funzionamento del sistema democratico”. Esso è a volte causa di “lotte interne che quasi rischiano di distruggere interi Paesi”.

Londra (AsiaNews/Agenzie) – Per alcune nazioni islamiche, la transizione verso il sistema democratico è “disastrosa”. Lo ha detto Mahathir Mohamad (foto), Primo ministro della Malaysia, in una conferenza dal tema “La sfida del buon governo nel mondo musulmano”, organizzata ieri a Londra dal Centro per gli Studi islamici dell’Università di Oxford. “Ogni volta che alcuni Paesi musulmani tentano di attuarlo, si verificano lotte interne che quasi rischiano di distruggere interi Paesi”, ribadisce Mahathir.

Secondo il Primo ministro malaysiano, i Paesi islamici che aspirano alla democrazia “devono passare più tempo a cercare di capirne il funzionamento”. A distanza di 22 anni dal suo storico discorso “Islam, la religione incompresa”, il 92enne Mahathir torna a parlare in un evento ospitato dal prestigioso ateneo britannico. “Se non comprendi che in democrazia il voto è potente, allora non puoi adottare tale forma di governo – afferma – Questi Paesi sono molto più a loro agio con una monarchia”.

“In un sistema democratico – prosegue – il popolo sceglie il governo e lo sostiene per un periodo di tempo. Tuttavia, in alcuni Paesi musulmani, la gente non vuole aspettare la fine del mandato e desidera cambiare l’esecutivo subito dopo le elezioni. È ora che questi popoli rispettino il voto e diano vita a governi che usano il potere per lo sviluppo del Paese e delle persone". Riguardo l’esperienza democratica della Malaysia, Mahathir spiega che il sistema ha funzionato poiché voluto dal popolo, che allo stesso tempo è rimasto fedele alla tradizione monarchica. “Noi (malaysiani) non amiamo la violenza. Non rovesciamo un governo. Il governo cambia da solo”, conclude.

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