23/11/2018, 13.00
INDIA
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Isole Andamane, luci e ombre sull’americano ucciso da un gruppo d’indigeni

John Allen Chau aveva 27 anni e ha tentato di entrare in contatto con la tribù pre-neolitica dei sentinelese. I giornali indiani sostengono che era un missionario che voleva convertire al Vangelo i tribali. Altre fonti: “Non possiamo confermare con certezza lo scopo missionario”.

New Delhi (AsiaNews) – Un giovane americano di 27 anni, John Allen Chau, è stato ucciso nell’isola di North Sentinel, in India, dai tribali locali con archi e frecce. Il caso del ragazzo, che sui profili social si definiva un semplice “turista e avventuriero”, sta suscitando un ampio dibattito perché sui giornali indiani è stato rivelato che egli era un missionario che voleva convertire i tribali al cristianesimo. Ad AsiaNews Shibu Thomas, fondatore del network Persecution Relief, conferma che John “era cristiano, di confessione protestante”. Nehemiah CS, attivista cristiano e coordinatore in Tamil Nadu di Alliance Defending Freedom, riporta però che fonti locali “sostengono che non si tratta di un caso di persecuzione. Abbiamo saputo che il giovane aveva con sé una copia della Bibbia, ma non ci sono conferme sul fatto che egli sia andato come missionario con l’obiettivo di convertire al Vangelo”.

Se all’inizio poteva sembrare un tragico incidente di cronaca nera, l’aspetto confessionale del turista ha creato scompiglio e confusione. A incrementare i dubbi, alcune lettere di John rivelate dalla Reuters, in cui l’americano avrebbe scritto: “Perché loro [i tribali] sono così arrabbiati e aggressivi con me? Io sono stato gentile con loro”. Poi continua: “Sto cercando di stabilire il Regno di Dio sull’isola. Non incolpate i nativi se vengo ucciso”.  

Anche il messaggio diffuso sul profilo Instagram dell’americano dalla sua famiglia, semina ulteriori dubbi (v. foto 2). I parenti scrivono: “Era un figlio, fratello, zio e migliore amico adorato per tutti noi. Per gli altri era un missionario cristiano, un esperto di soccorso in zone selvagge, allenatore di calcio e scalatore di montagne. Egli amava Dio, la vita, aiutare i bisognosi, e non provava nient’altro che amore per il popolo sentinelese”.

L’isola, tra le aree meno accessibili al mondo, è situata nell’arcipelago delle Andamane, nell’Oceano indiano. È abitata dalla tribù dei “sentinelese” (circa 150 membri), considerata l’ultima tribù esistente al mondo del periodo pre-neolitico. L’accesso sull’isola è vietato dalle autorità indiane, che proteggono l’habitat della comunità con leggi specifiche. Chiunque tenti di avvicinarvi rischia fino a tre anni di carcere.

Per questo, le autorità di Delhi ammettono che sarà difficile recuperare il corpo del ragazzo e non sanno ancora quando potranno avvicinarsi alla spiaggia, dove si troverebbe il cadavere di John. Intanto la polizia ha arrestato sette persone, tra cui sei pescatori, colpevoli di aver aiutato il giovane ad avvicinarsi all’area protetta. Secondo Shibu Thomas, tra gli arrestati ci sarebbe anche un altro missionario di nome Alex. L’attivista riporta che John in passato aveva già visitato l’arcipelago 5-6 volte e “aveva un forte desiderio d’incontrare la tribù dei sentinelese”. I familiari, in conclusione del messaggio su Instagram, “perdonano i responsabili della morte” di John e chiedono “il rilascio dei suoi amici nelle Isole Andamane. Egli si è avventurato di sua spontanea iniziativa e i suoi contatti locali non possono essere perseguiti per le sue azioni”.

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