04/12/2018, 14.37
INDIA
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Ispettore ucciso dai ‘protettori delle vacche’. L'India sull'orlo di una guerra di religione

L’incidente è avvenuto nel distretto di Bulandshahr. La vittima si chiamava Subodh Kumar Singh e aveva indagato sui musulmani linciati in nome delle “vacche sacre”. Attivista: “Sotto il governo del Chief minister, un senso d’impunità incoraggia i fanatici religiosi”.

Lucknow (AsiaNews) – Un ispettore di polizia dell’Uttar Pradesh è stato freddato con un colpo di pistola alla tempia da una folla di nazionalisti indù “protettori delle vacche”. La sua “colpa” sarebbe stata quella di aver tentato di sedare una rivolta dei radicali locali, fuoriosi per aver ritrovato 25 carcasse di mucche abbandonate nella foresta. In India tutto ciò che riguarda le “vacche sacre” è una questione sensibile, soprattutto perché coinvolge tradizioni religiose e pratiche alimentari differenti tra le varie comunità. Per questo, quello che sembrava un caso di omicidio, rischia di portare ad una “guerra di religione” tra indù e musulmani, che per tradizione commerciano con le mandrie di bovini. Ad AsiaNews Shibu Thomas, fondatore del gruppo cristiano Persecution Relief, dichiara: “Nemmeno la polizia è esente dai fanatici ostili e sfrontati”.

L’incidente è avvenuto ieri nel distretto di Bulandshahr. Oggi le indagini hanno portato al fermo di 70 persone, tra cui spiccano i nomi di membri dell’Rss (Rashtriya Swayamsewak Sangh) e di Yogesh Raj, capo distrettuale del Bajrang Dal (ala giovanile militante del gruppo ultranazionalista Vishva Hindu Parishad). Entrambe le organizzazioni sono affiliate al Bjp (Bharatiya Janata Party), il partito di governo.

La vittima si chiamava Subodh Kumar Singh ed era l’ispettore della stazione di Siana. Egli è stato ferito dalla folla, che dopo aver rinevuto i resti degli animali aveva dato vita ad una protesta violenta davanti alla stazione; nei tafferugli è rimasto ucciso anche un giovane di 20 anni. Mentre veniva trasportato in ospedale, la jeep dove viaggiava è stata accerchiata. Dopo averlo ucciso, gli aggressori hanno dato alle fiamme il veicolo. Abhishek, il figlio del poliziotto, ha dichiarato: “Mio padre mi ha insegnato a essere un bravo cittadino che non incita alla violenza nella società in nome della religione. Oggi mio padre ha perso la vita per questa disputa tra indù e musulmani. Domani a quale padre toccherà perdere la vita?”.

La vicenda ha assunto connotazioni settarie fin da subito, quando la comunità islamica è stata incolpata di macellazione illegale di carne bovina. In India la vacca è l’animale sacro dell’induismo e la sua uccisione è considerata un oltraggio agli dei. L’Uttar Pradesh è tra gli Stati indiani che hanno vietato il commercio e consumo della carne e imposto la chiusura dei mattatoi. Il bando è stato contestato da più parti, perché mette a rischio la sopravvivenza dei poveri, soprattutti musulmani e cristiani, che ne lavorano le pelli.

Il provvedimento è opera del Chief minister Yogi Adityanath, un santone indù molto critico nei confronti delle minoranze. Secondo Shibu Thomas, “la situazione dell’ordine pubblico è peggiorata in maniera drammatica sotto il governo del Chief minister. Un senso d’impunità incoraggia i fanatici religiosi. Tra le minoranze c’è molta paura e un sentimento di profonda insicurezza”.

A complicare il caso, quanto rivela ad AsiaNews Asad Hayat, avvocato musulmano e attivista locale. Egli riferisce che “Subodh Kumar Singh era il titolare delle indagini sul linciaggio di Dadri”. Si tratta del caso che più ha sconvolto l’opinione pubblica indiana: quello del musulmano Mohammad Akhlaq, ucciso nel 2015 a bastonate per il solo sospetto di aver consumato carne di vacca. In realtà in seguito si è scoperto che la carne era di bufalo. Hayat è l’avvocato difensore della famiglia di Akhlaq e si impegna da anni nel risolvere dispute legate alle questioni religiose. L’avvocato riporta che l’ispettore “aveva raccolto prove e arrestato alcune persone. Poi però era stato allontanato dall’inchiesta. Forse per questioni poltiche o per altro, non aveva mai coinvolto Sanjay Rana [leader locale del Bjp, ndr], responsabile di aver diffuso la falsa notizia”. Infine afferma: “La famiglia ha rivelato che egli riceveva minacce per gli arresti connessi a quel caso. Abbiamo perso un testimone e ora i miei clienti sono sotto una cappa di paura”.

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