15/11/2005, 00.00
INDIA – ISRAELE
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Israele blocca le conversioni della tribù perduta indiana

di Nirmala Carvalho

La tribù dei Bnei Menashe era stata riconosciuta come una delle10 tribù perdute di Israele. Le conversioni sono state sospese a seguito delle proteste di New Delhi.

Churachandpur (AsiaNews) - È stata sospesa a causa delle proteste del governo di New Delhi la conversione all'ebraismo dei componenti della tribù dei Bnei Menashe, che era stata riconosciuta come una delle 10 tribù perdute di Israele. I 6000 componenti della tribù vivono negli stati di Mizoran e Manipur, nordest dell'India, e dopo la conversione si sarebbero dovuti trasferire nella "terra promessa" .

"Abbiamo perso le nostre speranze dopo avere avuto la conferma che il governo indiano aveva forzato Israele a fermare le conversioni al giudaismo", ha dichiarato Peer Tlau, un ebreo praticante di Aizawl, capitale del Mizoram. "Ci sono state incredibili pressioni da parte della chiesa e del governo del Mizoram su New Delhi per forzare Israele a vietare le conversioni", ha invece dichiarato un anziano della comunità dei Bnei Menashe che ha richiesto l'anonimato.

La sospensione delle conversioni era stata annunciata dal ministero degli esteri israeliano all'inizio della settimana: "le autorità indiane – ha dichiarato Mark Regev, portavoce del ministero degli esteri di Israele - ci hanno comunicato attraverso canali ufficiali che non sono favorevoli all'opera di conversione ad altre religioni". "Abbiamo preso con serietà la protesta inoltrata dal governo indiano – continua – e al momento sospendiamo le conversioni".

Shlomo Amar, rabbino capo sefardita di Gerusalemme, aveva annunciato ad aprile che i membri della tribù Bnei Menashe erano discendenti di una delle 10 tribù perdute di Israele. Secondo la legge di Israele ogni ebreo ha il "diritto di ritorno" e il diritto di residenza nello Stato di Israele. Una delegazione di rabbini si era recato nel Mizoram e aveva convertito un primo gruppo di 218 persone al giudaismo attraverso il "mikvah", una immersione rituale nell'acqua. I componenti della tribù si dovevano convertire perché, anche se erano stati riconosciuti come ebrei, non avevano praticano il giudaismo come in Israele. Sono circa 800 le persone che dal Mizoram e dal Manipur si sono trasferite in Israele da quando nel 1994 l'associazione Amishav si è interessata del loro caso, e malgrado i timori delle autorità israeliane le quali temevano che i convertiti cercassero solo una migliore prospettiva di vita.

Il Mizoram è in prevalenza uno Stato cristiano e il Manipur è a prevalenza induista. La maggior parte dei convertiti sia nel Mizoram che nel Manipur erano cristiani. Zaitthangchungi, un ricercatore locale e autore del libro "L'identità dei mizo (abitanti del Mizoram) di Israele", ha dichiarato che "la maggioranza della popolazione non conosce la lingua ebraica, anche se sono molti che ora hanno cominciato a studiarla". "I riti che officiano – continua – sono invece del tutto analoghi a quelli praticati in Israele".

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