23/12/2020, 11.21
TURCHIA
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Istanbul: è morto mons. Ruben Tierrablanca, uomo del dialogo stroncato dal Covid

di Dario Salvi

Dopo tre settimane intubato in terapia intensiva è morto il vicario apostolico di Istanbul e presidente della Conferenza episcopale. Il ricordo di mons. Bizzeti, che racconta di un “pastore sereno, gentile e accogliente”. L’impegno per rafforzare la “dimensione diocesana” della Chiesa locale.

Istanbul (AsiaNews) - “Un uomo votato al dialogo interreligioso, soprattutto con la corrente musulmana Sufi con la quale aveva intrecciato nel tempo rapporti stetti e ottimi. Per molti anni egli è stato vicario generale di mons. Louis Pelâtre, quindi era ben consapevole che la Chiesa di Turchia è una piccola minoranza, senza riconoscimento giuridico, ma dal grande valore. Amava stare in questo Paese, pur conoscendone i limiti”. È il ricordo di mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, a poche ore dalla scomparsa di mons. Rubén Tierrablanca González. Il vicario apostolico di Istanbul e presidente della Conferenza episcopale turca è deceduto i 21 dicembre all’età di 68 anni per complicazioni legate al Covid-19, dopo tre settimane trascorse intubato in terapia intensiva a lottare contro gli effetti del virus. 

Mons. Bizzeti, anch’egli colpito di recente in modo serio dal Covid-19 ma ora in fase di ripresa, racconta di essersi “sempre tenuto informato delle condizioni di mons. Tierrablanca. Purtroppo, il prolungarsi del coma farmacologico non era un segnale positivo. Speravamo - aggiunge - che ci fosse un guizzo, che una nuova medicina sperimentale assunta la scorsa settimana potesse fare effetto, poi il suo corpo ha ceduto” il virus ha avuto la meglio. 

“Eravamo amici - ricorda mons. Bizzeti - e quando andavo a Istanbul alloggiavo presso di lui. Era un uomo, prima ancora che un pastore, sereno, gentile e accogliente. Non l’ho mai visto arrabbiato, nervoso, e sapeva svolgere il suo compito con umiltà, anche in qualità di presidente della conferenza episcopale… era un uomo amabile!”. Della Turchia, prosegue il prelato, “amava la varietà culturale, la sua storia, la sua religiosità antica. Era venuto ad Istanbul con un progetto dei francescani incentrato proprio sul dialogo interreligioso, del quale era un artefice e protagonista, pur senza dimenticare le difficoltà vissute dai cristiani in quanto minoranza. Ma non era un uomo che si spaventava di fronte ai problemi o alle difficoltà”.

Mons. Rubén Tierrablanca González era nato il 24 agosto 1952 a Cortazar, nel centro del Messico, e dall’aprile 2016 era vicario apostolico della capitale economica e commerciale della Turchia, nazione in cui viveva dal 2003, oltre che amministratore apostolico di Costantinopoli dei Greci. Nel 2018 la nomina a presidente della Conferenza episcopale turca. In gioventù egli ha frequentato il seminario minore francescano ed è entrato nel noviziato il 22 agosto 1970. La professione solenne risale al 2 agosto 1977, cui segue l’anno successivo l’ordinazione presbiteriale.

Il vicario apostolico di Istanbul “era una persona realistica, non si faceva illusioni” e “aveva individuato i temi sui quali lavorare” per favorire la crescita della Chiesa locale. Primo fra tutti, racconta mons. Bizzeti, la necessità di “cementare la vita diocesana, in una realtà in cui sono ancora molti i religiosi provenienti dall’estero soprattutto dall’Europa, dall’Occidente. Da qui il suo impegno nel cercare di cementare la realtà comunitaria locale, di trovare persone al servizio del vicariato di Istanbul. Per i fedeli - aggiunge - è un grande dolore per la perdita ma, al tempo stesso, vi è la consapevolezza che questo uomo è arrivato al paradiso proprio alla vigilia del Natale”. 

Per il vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia sono “tre gli aspetti che resteranno della missione di mons. Tierrablanca: il suo essere uomo del dialogo e della collaborazione, anche a livello sinodale; la ricerca incessante del dialogo con le altre religioni, basato sul rispetto e l’accoglienza; il voler rilanciare la dimensione diocesana della Chiesa in Turchia, incrementandone la pastorale e responsabilizzandola sempre più”.

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