02/12/2014, 00.00
INDONESIA - PALESTINA
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Jakarta, musulmani moderati: No all’apertura di una sede di Hamas in Indonesia

di Mathias Hariyadi

Vertici del movimento estremista palestinese hanno visitato la capitale indonesiana e incontrato alti funzionari di governo e Parlamento. Il presidente della Camera apre sulla possibilità di un "ufficio Hamas" in città. Ma i principali movimenti e leader musulmani moderati sono contrari: vi è già l’ambasciata di Palestina e si rischia un conflitto diplomatico e istituzionale con Fatah.

Jakarta (AsiaNews) - I vertici dei principali movimenti musulmani indonesiani sconfessano il parere espresso in precedenza dal Parlamento, e respingono la proposta di aprire una sede del movimento palestinese Hamas a Jakarta. Il commento più duro è del prof. Din Syamsudin, presidente di Muhammadiyah, il secondo movimento musulmano moderato del Paese per importanza; egli sottolinea che la presenza di una sede del movimenti estremista palestinese nella capitale darebbe adito a un nuovo, interminabile conflitto. "Non ci sentiamo vincolati a sostenere questa idea" ha chiarito il leader musulmano, che è anche presidente del Forum per l'amicizia fra Indonesia e Palestina, oltre che presidente del Consiglio indonesiano degli ulema (Mui). 

Il prof. Syamsudin spiega che vi è già da tempo una rappresentanza autorevole e ufficiale della Palestina in territorio indonesiano, ovvero l'ambasciata che funziona in modo regolare da oltre dieci anni. Egli aggiunge che nei territori di Cisgiordania e Gaza vi sono due principali fazioni politiche, Hamas e Fatah, e se "una sola delle due apre una sede" a Jakarta, vi è il rischio di "un potenziale conflitto" diplomatico e istituzionale. 

Una posizione condivisa anche dai vertici del Nahdlatul Ulama (Nu), la più importante organizzazione musulmana moderata del Paese, secondo cui la proposta non deve essere presa in considerazione. Il carismatico leader Nu Kiai  Hajj Solahudin Wahid, fratello minore dell'ex presidente Abdurrahman "Gus Dur", afferma che una eventuale apertura di una sede Hamas va prima "trattata" con l'ambasciata palestinese a Jakarta. 

Sul fronte governativo, il ministro degli Esteri Retno Lestari Marsudi chiarisce che Jakarta non permetterà mai la presenza del movimento filo-terrorista palestinese Hamas sul proprio territorio. "Abbiamo già l'ambasciata di Palestina - conferma - non serve altro". 

Dietro la polemica sollevata in queste ore, vi è la visita compiuta la scorsa settimana di alcuni alti funzionari di Hamas nel Paese asiatico; la delegazione, guidata dal responsabile dell'Ufficio politico Abu Omar Muhammad , è stata ricevuta dal vice-presidente indonesiano Jusuf Kalla e, in un secondo momento, dal Parlamento. Nell'occasione il numero due di Jakarta e il presidente della Camera Setya Novanto avrebbero espresso - senza entrare nei dettagli - un parere positivo sulla presenza di Hamas. 

Del resto la vicenda palestinese è oggetto di strumentalizzazioni anche in Indonesia, soprattutto da parte di gruppi estremisti islamici che fomentano divisioni per tornaconto personale e interessi politici che nulla hanno a che vedere con la causa di riconoscimento di uno Stato sovrano. Questi movimenti fondamentalisti tendono a deviare la controversia dall'ambito politico alla sfera religiosa, commettendo peraltro errori evidenti. Strafalcioni nei quali cadono anche tv, media e siti internet, che parlano del conflitto israelo-palestinese come di una "guerra fra cristiani (Israele!) e musulmani (Palestina)". Il conflitto viene anche utilizzato dagli estremisti per raccolte fondi e manifestazioni per le vie della capitale. 

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