10/07/2015, 00.00
INDONESIA
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Jakarta smentisce (per ora) l’arruolamento di due piloti fra le milizie dello Stato islamico

di Mathias Hariyadi
Secondo il capo della polizia al momento non vi sono legami precisi che uniscono Ridwan Agustin e Tommy Hendratno al movimento jihadista. Un rapporto della polizia australiana riferiva che i due si trovano a Raqqa, capitale del Califfato. In realtà avrebbero diffuso dichiarazioni di “sostegno” allo SI attraverso i social network.

Jakarta (AsiaNews) - Al momento non vi sono elementi precisi che legano i due piloti dell’aviazione civile indonesiana Ridwan Agustin e Tommy Hendratno (alias Tommy Abu Alfatih) alle milizie dello Stato islamico (SI). È una parziale marcia indietro quella che arriva dal capo della polizia, il generale Badrotin Haiti, il quale annuncia che le indagini continuano per chiarire la posizione dei due sospettati. Il duo è finito nei giorni scorsi al centro delle cronache, per un articolo pubblicato da The Intercept - che cita come fonte un rapporto della polizia australiana - secondo cui essi si sarebbero uniti al movimento jihadista. 

Dai primi elementi emersi in seguito alle indagini di polizia, i due piloti vivono nel distretto di Bogor, nella provincia di West Java. Con una nota ufficiale il capo della polizia ha voluto precisare che, almeno sinora, Agustin e Hendratno “hanno diffuso dichiarazioni di sostegno” allo SI “attraverso i social network”.

Gli inquirenti hanno registrato i messaggi che inneggiano al jihad; quindi“non vi sono elementi” atti a procedere a una incriminazione ufficiale dei due piloti, tuttavia l’allerta resta alta. 

Augustin è stato un pilota di AirAsia, coprendo tratte nazionali e internazionali prima di essere licenziato nel marzo 2015 dai vertici della compagnia; dietro la cacciata vi sarebbe la scoperta di messaggi online e contatti con membri dello Stato islamico. Hendratno invece è un ex pilota delle Forze aeree di Jakarta, che ha abbandonato la divisa per collaborare con una compagnia di jet privati con base in Indonesia. 

Nel rapporto pubblicato dalla polizia australiana, i due vivrebbero a Raqqa - in Siria - nella cosiddetta capitale dello Stato islamico. In realtà il capo della polizia indonesiana ha precisato che i due si troverebbero al momento a Bogor, dove hanno la residenza. 

In una nota ufficiale il presidente di AirAsia Sunu Widiyanto ha dichiarato che “quando il pilota [Augustin] lavorava ancora per noi, tutto era normale”. In un secondo momento la compagnia ha scoperto che egli aveva avuto contatti con l’Isis e “in seguito a questo gli abbiamo detto di andarsene immediatamente”. 

La notizia di un possibile legame fra due i due piloti indonesiani e le milizie jihadiste ha fatto innalzare i livelli di allerta nel governo e fra i servizi di intelligence. Il portavoce del ministero degli Esteri assicura che sono in corso indagini per raccogliere ulteriori informazioni. Tedjo Edhy Purdijatno, ministro per gli Affari legali e la sicurezza, annuncia una riunione a breve del comitato per la sicurezza cui seguirà una nota governativa ufficiale sulla vicenda. 

Del resto come riferito in passato da AsiaNews, movimenti fondamentalisti e leader islamici locali hanno trovato ispirazione nelle gesta dei combattenti sunniti e intendono sostenere la lotta per la creazione del Califfato islamico, che ormai si è esteso anche all'Asia. Cellule estremiste e membri attivi nel reclutamento sono presenti tanto in Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo, quanto nella vicina Malaysia; i suoi membri sono già operativi sul territorio nella preparazione di attentati e attacchi mirati contro pub, disco e birrerie "sognando il califfato islamico.

Finora non vi sono dati ufficiali sul numero di cittadini di nazionalità indonesiana che hanno deciso di arruolarsi fra le fila dei jihadisti in Siria e Iraq; tuttavia, secondo alcune stime fornite dalla polizia vi sono decine di persone che oggi combattono per i terroristi, la maggior parte dei quali sono "ex detenuti e criminali".

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