02/06/2008, 00.00
INDONESIA
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Jakarta sull’orlo della guerra civile: musulmani moderati contro radicali

di Benteng Reges
Il Fronte dei difensori dell’Islam ha attaccato musulmani che manifestavano a sostegno della libertà religiosa. Nella notte, aderenti al Nadhlatul Ulama, la maggiore organizzazione islamica moderata, ha attaccato una sede del Fpi. Critiche alla debolezza del governo verso i radicali. Il presidente Susilo sprona la polizia ad arrestare i colpevoli.

Jakarta (AsiaNews) – L’Indonesia potrebbe essere sull’orlo di una guerra civile: un conflitto di cui non si prevedono le conseguenze è infatti scoppiato fra i membri del Nadhlatul Ulama e quelli del Fronte dei difensori dell’Islam. La notte scorsa e ieri pomeriggio sono avvenuti incidenti che hanno provocato il ferimento di decine di persone. Le vittime accusano la polizia di non intervenire. Il presidente Susilo appella alla calma, e chiede alle forze dell’ordine di arrestare i violenti.

La scintilla si è innescata ieri pomeriggio, quando un gruppo del Fronte dei difensori dell’Islam (Fpi), il più noto dei gruppi islamici radicali, ha attaccato con bastoni di bambù e pietre centinaia di membri dell’Alleanza nazionale per la libertà religiosa ((Aliansi Kebangsaan dan Kebebasan Beragama dan Berkeyakinan, Akkbb), che pubblicizzavano la loro campagna a favore della libertà religiosa. Fra essi vi sono membri del Nadhlatul Ulama (Nu), il più diffuso gruppo musulmano moderato, che fa capo all’ex presidente Abdurrahman Wahidan, come anche cristiani e membri della comunità Ahmadiyah, ritenuta un gruppo eretico dell’Islam.

Almeno 10 persone dell’Akkbb sono rimaste ferite in modo grave e trasportate all’ospedale. Fra essi vi è Syafii Anwar, direttore dell’International Centre for Islam and Pluralism e Ahmad Suaedy, direttore del  Wahid Institute; un “guru” musulmano molto noto, Kiai Hajj Maman Imanulhaq, responsabile di un collegio islamico. Imanulhaq è di Cirebon, a 300 km  est di Jakarta.

La notte scorsa, alcuni studenti di Cirebon, membri del ramo giovanile del Nu (chiamati santri in lingua locale), hanno attaccato la sede locale del Fpi. Secondo fonti indonesiane, il Nu, forte di milioni di aderenti strutturati in gruppi paramilitari, sta preparando altri attacchi.

Alcune delle vittime hanno criticato la polizia che assisteva alla scena del primo assalto – avvenuto in pieno centro della capitale, vicino a monumento nazionale del Tugu Monas – senza fare nulla.  Heru Winarko, capo della polizia, si è giustificato dicendo che il loro intervento rischiava di “peggiorare la situazione”.

Abdurrahman Wahid sta girando gli ospedali di Jakarta per visitare i feriti. Egli ha espresso dolore per l’accaduto, ma ha  anche criticato l’operato del governo che è troppo lento nell’agire contro le violenze del Fpi. Ai giornalisti ha dichiarato che se il governo no si muove “lo farò io”.

Nel tentativo di disinnescare un’ondata di scontri, il presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha tenuto stamane una conferenza stampa d’emergenza in cui condanna “il gesto ostile del Fpi, che ha causato il ferimento di tante persone”. E ha domandato alla polizia di agire “portate questi criminali davanti alla giustizia”.

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