24/11/2015, 00.00
INDONESIA
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Jakarta vuole riformare la legge sui luoghi di culto, meno vincoli per costruire chiese

di Mathias Hariyadi
Il governo indonesiano sta studiando una modifica del famigerato Imb, fonte di abusi e violazioni alla libertà religiosa in passato. I ministri degli Interni e degli Affari religiosi pronti a cancellare il passaggio riguardante la raccolta firme. Plauso e sostegno da ong e gruppi moderati musulmani.

Jakarta (AsiaNews) - Il governo riformista del presidente Joko “jokowi” Widodo intende affrontare una delle questioni più controverse in tema di libertà religiosa in Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo: la modalità di costruzione dei luoghi di culto. Un tema delicato, fonte di controversie fra fedi e di battaglie delle minoranze, in particolare quella cristiana, che ha denunciato a più riprese in passato limiti e restrizioni, quando non addirittura casi di abusi. Ad un anno dall’ascesa al potere, l’esecutivo sembra dunque orientato a seguire la strada del dialogo e dell’armonia fra fedi, e meno vincoli per gli edifici religiosi.

Al centro della discussione vi è il famigerato Imb (Izin Mendirikan Bangunan), il permesso di costruzione che dal 2006 regola la nascita (o la ristrutturazione) degli edifici nell’arcipelago, con una particolare attenzione ai luoghi di culto. Secondo il decreto congiunto - ministero degli Affari religiosi e Interni - oggi in vigore, per essere approvato ogni progetto di chiesa deve avere la firma di almeno 99 fedeli e deve essere sostenuto da almeno 60 firmatari residenti nell’area, approvati dal capo villaggio.

Nel tempo il permesso per edificare, restaurare, ricostruire una cappella, una chiesa, una casa di preghiera è è divenuto una questione cruciale contro cui i fanatici si scagliano e protestano, bloccando di fatto progetti già avviati o in fase di studio.

Il caso più emblematico è quello della GKI Yasmin Church di Bogor (West Java). Fino ad oggi i cristiani protestanti non hanno accesso e non possono utilizzare il sito di loro proprietà. Per protesta, da tempo essi svolgono le loro funzioni all’aperto e in più di un’occasione hanno celebrato per protesta davanti al palazzo presidenziale, sia con l’attuale che precedente amministrazione. In passato l’ex capo di Stato Susilo Bambang Yudhoyono ha promesso di risolvere la questione, ma non ha mai voluto intervenire nel timore di inimicarsi l’ala fondamentalista islamica interna.

Di recente, dunque, la questione relativa alla legge sui luoghi di culto è tornata di attualità e ora è sul tavolo dei responsabili dei dicasteri interessati, oltre che dei funzionari della sicurezza e della magistratura indonesiana. Il ministri degli Interni Tjahjo Kumolo conferma che gli ultimi casi controversi ad Aceh e Papua hanno spinto l’esecutivo ad affrontare la questione. “È mia opinione personale - ha aggiunto - che la parte riguardante la raccolta firme va ridotta di numero, se non addirittura eliminata”.

Fonti ufficiali riferiscono che gli esiti degli incontri fra i ministri degli Interni e degli Affari religiosi verranno presentanti in un secondo momento ai vertici degli Affari legali e della sicurezza, per l’approvazione finale; questo atto sarà il preludio dell’entrata in vigore finale. La proposta di riforme piace a gruppi e organizzazioni religiose indonesiane, anche musulmane. La leader femminile Alif, del Fahmina Institute, afferma che “ogni norma discriminatoria” nei confronti delle minoranze religiose “deve essere rivista”, al pari delle questioni irrisolte da tempo, prima fra tutte la vicenda della Yasmin Church.

 

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