15/04/2019, 09.24
INDIA
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Jharkhand, cristiano ucciso per le ‘vacche sacre’. Mons. Mascarenhas: Tragedia per l’umanità

La vittima si chiamava Prakash Lakra ed è stato linciato a morte da un gruppo di 25 “protettori delle vacche”. Segretario dei vescovi: “Nel Jharkhand l’odio proviene dalla politica”. L’elenco delle molestie contro i cristiani.

New Delhi (AsiaNews) – Ferito con spade, falci e bastoni di ferro: così è morto nello Stato indiano del Jharkhand un tribale cristiano di nome Prakash Lakra. Insieme ad altri tre uomini egli è stato ucciso da una folla di radicali indù “protettori delle vacche” per il sospetto di aver macellato un bue, considerato sacro dall’induismo. Ad AsiaNews mons. Theodore Mascarenhas, vescovo ausiliare di Ranchi e segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), denuncia: “È una tragedia per l’umanità, non solo per i cristiani. Il fatto che simili cose accadano in questo secolo, in questa ‘nuova India’, è una vergogna”.

I tre tribali cristiani feriti sono Janriush Minz (40 anni), Peter Phuljans (50) e Belasus Tirkey (60). L’incidente è avvenuto la sera del 10 aprile sulla strada che porta al villaggio di Jhurmu, nel distretto di Gumla. Il gruppo di 25 persone ha circondato Prakash e gli altri cristiani, costringendoli a suon di botte, calci e manganellate, a raggiungere la stazione di polizia nel villaggio di Jairagi. Lì i quattro uomini sono rimasti agonizzanti fino alle prime luci dell’alba, quando sono arrivati i poliziotti e li hanno trasportati al Community Health Centre nel distretto di Dumri.

In seguito la polizia ha registrato contro i tre sopravvissuti una denuncia per macellazione illegale di bovini in base al Jharkhand Bovine Animal Prohibition of Slaughter Act. Il India la vacca è considerata sacra ed è un tema sensibile per la comunità di maggioranza indù. Accadono di frequente episodi di violenza nei confronti delle minoranze che ne macellano la carne e di solito le vittime principali sono i musulmani.

Il segretario dei vescovi ritiene che il fatto sia un gravissimo episodio d’intolleranza, frutto di violenza cieca che non risparmia nessuno. “Non condanno l’incidente solo perché le vittime sono cristiane– afferma –, ma perché una folla può uccidere solo perché pensa di poterlo fare. Tutto questo diffama il buon nome della nostra società e del nostro Paese”.

Mons. Mascarenhas ricorda che non si tratta della prima aggressione contro la minoranza cristiana: “Queste cose succedono perché i poteri forti e le autorità non mostrano alcuna volontà di controllare questa violenza. Ad aggiungere infamia a questa vergogna, in Jharkhand esiste una macchina messa in moto dalle autorità per creare divisione e odio contro i cristiani”.

In particolare, il vescovo cita una serie di episodi che hanno contribuito a fomentare il clima d’intolleranza e odio: “Lo scorso anno il Chief minister del Jharkhand ha pubblicato sulla prima pagina dei quotidiani una pubblicità diretta espressamente contro i missionari cristiani, contro i tribali convertiti chiamandoli ‘mucche stupide e ignoranti’; subito dopo egli ha fatto approvare una legge per proibire le conversioni; poi hanno minacciato di togliere il diritto di quote riservate ai tribali che si convertono. Poi le accuse contro le suore di Madre Teresa [incolpate di traffico di bambini, ndr] e il missionario gesuita arrestato e falsamente accusato di uno stupro commesso da altri e i controlli applicati solo alle Ong cristiane”.

Poi aggiunge: “Potremmo andare avanti all’infinito a raccontare di come l’odio provenga direttamente dalle autorità. E questo non è un bene per il Paese, non solo per la comunità cristiana che ha sempre vissuto in armonia con tutti; non lo è nemmeno per la società pacifica del Jharkhand; né per l’India, che ha una tradizione di pace, armonia e tolleranza religiosa”.

Ad essere più colpiti, conclude mons. Mascarenhas, “sono i tribali e i poveri e tutti coloro che si mettono al loro fianco, come il card. Toppo, la cui effigie è stata data alle fiamme per ritorsione dai radicali. Quest’ultimo incidente mostro fin dove può arrivare l’odio. Quando hanno bruciato l’immagine del cardinale avevo già avvisato che non ci vuole molto a passare dall’ideologia alla violenza fisica. Chi semina l’odio deve sapere che sta mettendo a rischio il futuro di questo Paese”.

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