27/08/2018, 11.36
INDIA
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Kandhamal, 10 anni dopo i pogrom: solennità e sobrietà nel ricordo delle vittime

Il 25 agosto si è svolta una Messa di ringraziamento, per la riconciliazione e la grazia. Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar: “Dio opera in maniera misteriosa. Il sangue dei martiri del Kandhamal ha portato molte benedizioni alla Chiesa in Orissa e nel Paese”.

Cuttack-Bhubaneswar (AsiaNews) – Solennità e sobrietà: sono i tratti che hanno contraddistinto la cerimonia in ricordo delle vittime cristiane dei pogrom avvenuti nel distretto di Kandhamal (in Orissa) 10 anni fa. Ciò che più addolora, evidenzia una nota diffusa dall’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, in cui rientra il distretto, “è che il massacro di innocenti è continuato indisturbato per mesi”.

La celebrazione – una Messa di ringraziamento, per la riconciliazione e la grazia – si è svolta il 25 agosto.  L’eucaristia è stata concelebrata da 13 vescovi e 90 sacerdoti; vi hanno partecipato tantissimi religiosi e fedeli di ogni estrazione sociale; hanno assistito anche alcuni vescovi di altre denominazioni cristiane.

Nella nota si legge che la tragedia di 10 anni fa, scaturita dall’uccisione dello swami indù Lakshmanananda Saraswati e di suoi quattro seguaci, è stata “terribile e dolorosa”. “Gli aggressori – prosegue – hanno spazzato via vite umane, distrutto e demolito chiese, case, scuole, ospedali, dispensari, uffici e centri impegnati nel miglioramento e nello sviluppo di poveri ed emarginati, in special modo tribali, dalit e i membri di altre caste inferiori. Donne e giovani ragazze hanno subito stupri di gruppo e in migliaia sono dovuti fuggire nella giungla, nel terrore e nella disperazione”.

Durante la cerimonia, mons. John Barwa, arcivescovo locale, ha detto: “Dio opera nelle nostre vite e nella vita della Chiesa in modi misteriosi. Il sangue dei martiri del Kandhamal ha portato molte benedizioni alla Chiesa in Orissa e nel Paese”. Mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha affermato nell’omelia: “Come il popolo d’Israele, spesso noi siamo indifesi, ma il potere di Dio ci dà una forza tale che nessun potere umano può dare. Avvertiamo il dolore, ma non proviamo rabbia perché Cristo ci insegna il perdono”. Poi ha chiesto di pregare sia per coloro che ancora soffrono per la tragedia sia per quelli che compiono violenza. “Possa il Signore convertire i loro cuori e le loro menti”, ha invocato.

Al termine della commemorazione è stato letto il decreto di apertura del processo di beatificazione di p. Mariano Zelazek, missionario verbita polacco che ha scelto di vivere in Orissa e di dare la sua vita per poveri, emarginati, lebbrosi, bambini e tribali. Infine è stato presentato il volume “Fiamme della fede in Kandhamal”, ad opera del rev. Udayanath Bishoyi, che ripercorre le origini del cristianesimo nel Kandhamal e la persecuzione del 2008.

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