12/04/2006, 00.00
Pakistan
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Karachi, la Chiesa "condanna le bombe e si unisce ai musulmani per la pace"

di Qaiser Felix

L'arcivescovo di Karachi, mons. Evaristo Pinto, dice ad AsiaNews: "La nostra solidarietà va a coloro che hanno perso i loro cari e sono ora in lutto. Siamo uniti ai musulmani nello sforzo di portare riconciliazione, armonia ed unità".

Karachi (AsiaNews) – La Chiesa cattolica di Karachi "condanna le bombe del Nishtar Park, che hanno causato così tanta morte e distruzione, e prega per coloro che hanno perso la vita, il dono più prezioso che Dio ci abbia mai fatto".

Con queste parole mons. Evaristo Pinto, arcivescovo di Karachi, commenta ad AsiaNews il doppio attacco suicida avvenuto ieri nella zona sud della città, dove i musulmani sunniti, la maggioranza nel Paese, celebravano l'anniversario della nascita del profeta Maometto.

Secondo funzionari governativi, uno o forse due kamikaze si sono fatti esplodere sotto una palco di legno, sul quale alcuni alti dignitari religiosi del gruppo sunnita Tehrik erano saliti per recitare le preghiere della sera davanti a circa 50 mila persone. Secondo fonti ancora non ufficiali, le vittime sarebbero 57 e diverse dozzine i feriti.

"La nostra solidarietà – dice il presule – va a coloro che hanno perso i loro cari e sono in lutto. Possa il Signore consolarli ed essere per loro fonte di sostegno e forza". "Vogliamo assicurare tutti – continua l'arcivescovo – che la nostra gente è unita a loro nello sforzo di portare riconciliazione, armonia ed unità fra tutti i cittadini di Karachi".

Fra i morti vi sono diversi leader religiosi del gruppo Jamaat-e-Ahle Sunnat, che ha centinaia di migliaia di fedeli in tutto il Paese. Per prevenire ulteriori violenze, i responsabili della sicurezza municipale hanno ordinato la chiusura di scuole ed uffici.

Il generale Parvez Musharraf, presidente del Pakistan, ha detto alla nazione che "i colpevoli non resteranno impuniti" ma ha anche chiesto agli esercizi commerciali stranieri, come i fast-food di società americane, di rimanere chiusi durante le indagini.

Karachi è stata infatti il teatro di diversi attentati e di violenze contro "gli stranieri americani" sin dall'11 settembre del 2001, quando il Pakistan si è alleato a Washington nella lotta al terrorismo internazionale.

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