14/11/2011, 00.00
INDIA
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Karnataka, aggredite due comunità cristiane nel distretto di Hassan

di Nirmala Carvalho
Attivisti ultranazionalisti indù del Bajrang Dal accusavano i cristiani (ancora in prigione) di conversioni forzate. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic): “Attacchi deliberati e ben pianificati. Evidente collusione tra governo ed estremisti indù”. Salgono a 40 gli episodi di violenza anticristiana in Karnataka, quest’anno.
Mumbai (AsiaNews) – Attivisti del Bajrang Dal (movimento ultranazionalista indù) hanno aggredito membri di due diverse comunità cristiane, impegnati in un servizio di preghiera, accusandoli di praticare conversioni forzate. È accaduto il 12 e il 13 dicembre scorsi nel distretto di Hassan (Karnataka). I cristiani assaliti sono ancora in prigione. Salgono così a 40 gli attacchi contro la comunità cristiana dello Stato nel 2011. “Due incidenti in due giorni – commenta Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) – smentiscono ogni promessa fatta alla comunità cristiana dal chief minister del Karnataka, un membro del Bjp (Bharatiya Janata Party). Una collusione tra il governo del Bjp e il Sangh Parivar esiste, gli attacchi sono deliberati e pianificati in maniera minuziosa. Finché tali movimenti sfuggiranno ai duri provvedimenti del sistema penale indiano, le violenze continueranno”.

Dal 2008 il governo del Karnataka è guidato dal Bjp, partito ultranazionalista che sostiene gruppi e movimenti estremisti indù appartenenti all’ampio ombrello del Sangh Parivar, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), il Vishwa Hindu Parishad (Vhp) e il Bajarang Dal, responsabili di numerosi episodi di violenza, persecuzione e discriminazione anticristiana che accadono in India.

Il 13 novembre il pastore H.S. Nagaraj, della Chiesa Immanuel Prarthanalaya di Arkalgud, aveva appena iniziato il servizio domenicale, quando dieci attivisti del Bajrang Dal hanno fatto irruzione in Chiesa, interrotto la preghiera e fatto a pezzi le Bibbie. Nel giro di poco tempo è arrivata la polizia locale, che ha arrestato il pastore e tre fedeli, Shivanna, Ravi e Chandrashekar. I cristiani sono ancora in prigione.

Un giorno prima, il 12, è accaduto un incidente simile. Sei fedeli della Bethel Ministry Church – una donna con il figlio di quattro anni, le signore Gangamma e Padmavathy e i signori Raju e Varu Chakravarthy – aspettavano l’autobus alla stazione di Belur, dopo un servizio di preghiera. All’improvviso, dieci attivisti del Bajrang Dal li hanno circondati, chiedendo loro cosa facevano in città e insultandoli. Dopo aver picchiato i due uomini, hanno portato l’intero gruppo alla stazione di polizia di Harehally, dove le forze dell’ordine hanno emesso un mandato d’arresto per i sei cristiani. Grazie all’intervento del Gcic, le tre donne e il bambino sono state rilasciate, ma gli uomini sono ancora in carcere.

Il presidente del Gcic attacca: “Il culto pubblico è forse un crimine nell’India laica? Che fine ha fatto la libertà religiosa garantita dalla nostra Costituzione? È il Bjp a non rispettare le garanzie costituzionali dei cittadini indiani, o è la minoranza cristiana – inserita in una comunità a maggioranza indù – a non avere accesso ai diritti e ai privilegi sanciti dall’art. 25 della Costituzione?”.
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