16/10/2012, 00.00
INDIA
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Karnataka, funzionario locale abbatte il muro di una chiesa

di Nirmala Carvalho
Aiutato da nazionalisti indù, l’uomo si è giustificato sostenendo che la struttura impediva la corretta circolazione del traffico. Pastore della chiesa chiede le sue dimissioni al ministro del Lavoro e dell’impiego. Cristiani locali: “Atto deliberato e tendenzioso, per creare tensioni nella comunità”. In Tamil Nadu, un giudice ha stabilito che per celebrare servizi di preghiera in casa propria, non si deve presentare alcun permesso.

Mumbai (AsiaNews) - Grazie al patrocinio di funzionari e autorità, in Karnataka i nazionalisti indù maltrattano le comunità cristiane; violano la privacy delle loro case; disturbano i servizi di preghiera. È la denuncia di Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), dopo l'ennesimo caso di intolleranza religiosa nello Stato indiano. L'8 ottobre scorso, un funzionario della città di Wadi (distretto di Gulbarga) ha demolito il muro di una chiesa, senza presentare alcun avviso, né ordinanza comunale. Ramesh Pattedar, questo il suo nome, ha compiuto il gesto in tarda serata, con l'aiuto di alcuni uomini che si crede facciano parte di gruppi nazionalisti locali.

Il giorno seguente, il pastore Devkumar Anand ha scritto una lettera a Mallikarjun Kharge, ministro del Lavoro e dell'impiego, spiegando l'accaduto e chiedendo la rimozione di Pattedar dall'incarico. Il 12 ottobre, la comunità cristiana ha inscenato una protesta, raggiungendo il funzionario e accusandolo di aver agito in modo deliberato e subdolo, allo scopo di creare tensione all'interno della comunità. In sua difesa, l'uomo ha sostenuto che il muro sconfinava su un incrocio in cui convergono cinque strade, e per questo andava demolito.

Per Sajan George, "l'aumento dell'intolleranza religiosa da parte di funzionari amministrativi e polizia" è "davvero preoccupante", soprattutto perché "in Karnataka gli incidenti anticristiani stanno crescendo a un ritmo vorticoso".

Dà invece un segnale di speranza una sentenza dell'Alta corte di Madras (Tamil Nadu), che il 26 settembre scorso ha stabilito che non c'è bisogno di permessi per condurre servizi di preghiera all'interno di case private (pratica tipica delle Chiese pentecostali, ndr). "A persone di una particolare religione - ha dichiarato il giudice S. Manikumar -, che siano indù, cristiani o musulmani, non si può impedire di riunirsi in un dato luogo di culto, e non è necessario che esse ottengano un permesso preventivo da qualsiasi autorità". 

 

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