10/11/2015, 00.00
INDIA
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Karnataka, le violenze per l’anniversario del sultano di Mysore minacciano la comunità cristiana

di Nirmala Carvalho
Oggi ricorre il 265mo anniversario della nascita del sultano Tipu, uno dei più grandi governatori dell’Asia del sud. Un leader del gruppo indù Vhp ucciso durante gli scontri con gli agenti, intervenuti a dividere gli indù dagli attivisti islamici. Il sultano si è macchiato di violenze contro indù e cristiani. Attivista cristiano: “Tra due gruppi estremisti che scendono in piazza, a rischio è la minoranza cristiana”.

Bangalore (AsiaNews) – Questa mattina un leader del Vishwa Hindu Parishad (gruppo fondamentalista indù) è rimasto ucciso e altri 30 manifestanti hanno riportato ferite durante uno scontro con le forze dell’ordine nella città di Madikeri, nello Stato indiano del Karnataka. I radicali stavano protestando contro il governo locale che ha deciso di celebrare il 265mo anniversario della nascita del sultano indiano Fateh Ali Tipu, uno dei più grandi governatori dell’Asia del sud di tutti i tempi, accusato di aver perseguitato i fedeli indù e di averli costretti a convertirsi all’islam. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), commenta ad AsiaNews: “Questi scontri accrescono la sensazione di insicurezza per la comunità cristiana del Karnataka”.

La polizia aveva eretto barricate e sbarrato gli accessi alla manifestazione per prevenire forme di violenza. Aveva anche schierato numerosi agenti, che hanno utilizzato bombe lacrimogene e bastoni per sedare le proteste scoppiate tra sostenitori e detrattori della festa.

Il governo locale, guidato dal Congress, aveva deciso di organizzare la prima celebrazione del sultano di Mysore, nemico della Compagnia britannica delle Indie orientali ed eroe nazionale. Prahlad Joshi, presidente locale del Bjp (Bharatiya Janata Party, nazionalisti indù), ha invitato tutti gli indù a non partecipare agli eventi organizzati per la festa in onore del sultano e lo ha definito come un “bigotto religioso” che ha perseguitato gli indù e li ha costretti ad aderire all’islam. Nei giorni scorsi i leader indù si sono scagliati contro “colui che ha distrutto migliaia di templi e ha ucciso la lingua kannada, promuovendo il persiano e l’urdu”.

Al contrario il Social Democratic Party of India (Sdpi), braccio politico del gruppo attivista islamico Popular Front of India (Pti), aveva appeso manifesti celebrativi con l’immagine del sultano, subito rimossi dal Vhp che sostiene l’ideologia dell’Hindutva. Gli oppositori indù, guidati dal leader del Vhp Jagadish Shenava e da Sharan Pumpwell, coordinatore del Bajrang Dal (ala giovanile militante del Vhp), hanno risposto organizzando una marcia di protesta in cui sventolavano bandiere nere.

Il sultano è responsabile di violente aggressioni anche contro la comunità cristiana e in particolare della distruzione nel febbraio del 1784 della chiesa di Milagres a Mangalore, costruita nel 1680, e dell’arresto di circa 60mila fedeli. La stessa chiesa è stata attaccata nel 2008 una seconda volta, in questo caso dagli estremisti indù del Vhp e del Bajrang Dal.

Il presidente del Gcic sostiene che i dissidi tra le comunità islamica e indù non fanno altro che “minacciare ancora di più la sicurezza dei cristiani”. Egli conclude: “Da una parte abbiamo gli attivisti islamici del Pti, colpevoli dell’aggressione in Kerala al professore cristiano TJ Joseph, mutilato con il taglio della mano destra per presunte accuse di blasfemia [da cui poi è stato assoltondr], dall’altra i gruppi di destra che protestano contro le celebrazioni per il sultano Tipu. In questo modo la comunità cristiana è spinta sempre più verso l’esclusione e l’insicurezza. Quando due gruppi estremisti radunano i propri membri nella pubblica piazza, si può solo immaginare a quale destino deve far fronte la minoranza cristiana”.

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