24/02/2011, 00.00
INDIA
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Kashmir: incendiata una scuola cristiana a Srinagar. Sospetti sui militanti islamici

di Nirmala Carvalho
L’attentato, preceduto da telefonate di minaccia, è avvenuto il 19 febbraio. I danni ammontano a 60 milioni di rupie. Il vescovo di Jammu-Srinagar: “Il disagio politico si è aggiunto a problemi irrisolti e fa crescere le tensioni contro di noi. In questo panorama politico teso, noi cristiani siamo le vittime”.

Srinagar (AsiaNews) – Sospetti militanti  islamici hanno incendiato il 19 febbraio la Scuola del convento di St. Luke, un istituto protestante educativo che ha cominciato la sua attività circa 17 anni fa a Srinagar, in Kashmir. Il danno è calcolato in 60 milioni di rupie (958.000 euro). L’attentato è avvenuto  verso le 22.30, ora locale. Otto locali, fra cui classi, biblioteca e laboratori computer sono andati completamente distrutti.

La direttrice della scuola,  Grace Paljor, ha dichiarato che in questo momento si stanno inventariando i danni, che vengono calcolati per ora in 60 milioni di rupie. Ha anche dichiarato di essere stata minacciata verbalmente, parecchie volte, prima dell’incidente, da alcune persone per il fatto di essere cristiana. La scuola ha 450 studenti. Al momento dell’attentato era chiusa per le vacanze e quindi non c’è stato nessun danno alle persone. La scuola riaprirà il 1° marzo.

“L’amministrazione della scuola è abituata a ricevere chiamate telefoniche minacciose di tanto in tanto da parte di estremisti. Avevano minacciato di dare fuoco alla scuola, e hanno messo in atto la minaccia. Dopo che la Tyndale Disco è stata bruciata nell’agosto del 2010 gli estremisti hanno cominciato a prendere di mira le scuole cristiane nella valle. Abbiamo sporto denuncia alla stazione di polizia di Munshi Bagh”. Alcune fonti hanno detto ad AsiaNews che la scuola è stata presa di mira a causa di voci senza fondamento relative a un’opera di conversione.

“Viviamo tempi precari qui, nello Stato a maggioranza musulmana, e speriamo che i sentimenti contro di noi non crescano. Il disagio politico si è aggiunto a problemi irrisolti e fa crescere le tensioni  contro di noi. In questo panorama politico teso, noi cristiani siamo le vittime” ha lamentato il vescovo Peter Celestine Elampassery, ofm, della diocesi cattolica di Jammu-Srinagar. “Comunque, anche se i cattolici sono una minoranza minuscola, cioè appena lo 0.014% della popolazione, la Chiesa ha dato un contributo significativo per decenni al progresso e allo sviluppo dello Stato, grazie alla nostra missione educativa, alle istituzioni sanitarie e sociali; il nostro contributo alla costruzione dello Stato è apprezzato, anche se tristemente, in momenti di tensione, alcuni gruppi marginali diffondono voci maliziose, prendono di mira il nostro lavoro e seminano sospetto e divisione”.

Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) ha condannato l’attentato. Sajan K. George ha detto ad Asianews: “Anche le più lievi e infondate voci provocano gesti criminali da parte dei fondamentalisti. La scuola è stata incendiata a causa di voci fabbricate e false di tentativi di conversione. Nel settembre 2010 le scuole Tyndale Biscoe e Mallinson hanno subito la stessa sorte per lo stesso motivo. Nel novembre 2006 il coordinatore del Gcic per il Kashmir, Bashir Tantray, è stato ucciso da militanti islamici. La comunità cristiana è presa di mira dai fondamentalisti religiosi. Chiediamo alle autorità del Jammu e del Kashmir di proteggere i cristiani”.  

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