06/11/2018, 08.50
NEPAL
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Kathmandu, quattro cristiane arrestate per ‘conversione forzata’ di dalit

di Nirmala Carvalho

Tra le donne fermate, anche due giapponesi. Nel Paese è in vigore una legge anti-conversione che criminalizza ogni attività religiosa.

Mumbai (AsiaNews) – Quattro donne cristiane, di cui due giapponesi, sono state arrestate in Nepal con l’accusa di aver tentato di convertire al cristianesimo con la forza alcuni dalit e nomadi senza terra. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ricorda che nel Paese è in vigore “una legge che criminalizza le conversioni religiose e afferma che nessuno può effettuare o incoraggiare ‘conversioni religiose’”.

Secondo l’attivista cristiano, la normativa contraddice lo spirito laico e democratico della prima Costituzione nepalese approvata nel 2015. “Mentre tale Costituzione definisce il Nepal come repubblica laica e democratica – afferma – la sua definizione di ‘laico’ sembra più che altro proteggere l’induismo”.

L’arresto è avvenuto il 4 novembre nell’area di Butawal, vicino la capitale Kathmandu. Le donne fermate sono: Yasura Owa, 49 anni, e Makihikula, 44, entrambe di nazionalità giapponese; Pushpa Ghimire, 25, e Tirthamaya Ghale, 35, nepalesi. Secondo alcuni residenti, esse avrebbero tentato di fare proselitismo porta a porta. Per questo sono state seguite e riprese nelle loro attività. I filmati sono poi stati consegnati alla polizia che ha proceduto con il fermo.

Il Paese himalayano è stato segnato da una cruenta guerra civile tra ribelli maoisti e forze di sicurezza (1996-2006), che nel 2008 ha portato all’abolizione della monarchia assoluta indù e alla creazione di una democrazia laica. Secondo il censimento del 2011, aggiunge Sajan K George, “i cristiani rappresentano appena l’1,5% della popolazione totale (29 milioni di abitanti). Per questo l’accusa di conversione è falsa”.

L’attivista indiano evidenzia che “ci sono stati tanti incidenti contro i cristiani in Nepal, in cui gli stranieri sono stati deportati con l’accusa fabbricata di conversioni forzate”. “Sembra – conclude – che l’amministrazione sia ansiosa di detenere [i fedeli] e fermare la fede cristiana, dato che la nuova Costituzione non accorda un posto di primo piano alla religione indù”.

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