12/01/2004, 00.00
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Khmer Rossi: battesimo cristiano dopo i massacri

Phnom Penh (AsiaNews) - Decine di ex Khmer Rossi si stanno convertendo al cristianesimo. Fra di loro vi è perfino l'ex guardia del corpo di Pol Pot, Uk Sarith, 59 anni.

La Far Eastern Economic Review del 15 gennaio 2004 dedica a questo fenomeno delle conversioni un accurato reportage.

La maggioranza delle nuove conversioni avviene a Pailin, sulla frontiera nord-orientale con la Thailandia. Pailin è stato l'ultimo baluardo dei Khmer Rossi, prima che venissero amnistiati, a condizione di lasciare le armi e partecipare alla vita politica (nel 1994) I Khmer Rossi l'hanno sempre sfruttata come fonte di sostegno per le loro azioni, facendo contrabbando con la Thailandia in legname e rubini, di cui la zone è molto ricca. Più di metà della popolazione di Pailin (29 mila abitanti) è costituita da ex Khmer Rossi. Qui vivono Khieu Samphan e Nuon Chea, i luogotenenti di Pol Pot.

Il regime ultra-maoista di Pol Pot, durato dal 1975 al 1979, ha portato all'eccidio di circa 1,7 milioni di persone e all'abolizione della "vecchia cultura" khmer, comprese le religioni. Per questo  gli ex-combattenti non credono alla religione buddista, seguita dal 95% dei cambogiani. E molti monaci buddisti , a causa delle paure del passato, non ardiscono arrivare fino a Pailin.

Il campo è così aperto ai missionari cristiani protestanti, locali e stranieri. La più attiva è la chiesa del Buon Samaritano, costruita trasformando un bar in cappella. Appartiene alla comunità presbiteriana di Singapore detta della "Bibbia Vivente". Dopo la chiesa hanno costruito delle scuole e un dispensario; offrono lezioni di inglese e visite mediche gratis.

Nella lista dei nuovi convertiti vi sono In Sopheap e Long Norin, entrambi alti ufficiali dell'esercito di Pol Pot; Chea Som Ol, 48 anni, ex informatore  e ora organista della chiesa; Kuon Dong, attuale direttore della radio locale: da quando si è convertito, la sua radio, alla domenica, dedica lo spazio di un'ora per trasmettere inni sacri. Alla domenica, vi sono almeno 60 ex Khmer Rossi che partecipano alle funzioni religiose tenute dal pastore Buth So Theas, 24 anni, figlio di ex Khmer Rossi.

Il successo delle conversioni è dovuto in parte al bisogno di redenzione dopo tutte le atrocità commesse; in parte – soprattutto per i più giovani – al desiderio di superare l'emarginazione dalla società cambogiana e tornare ad integrarsi. Youk Chhang, direttore del Centro di Documentazione della Cambogia, che ricerca e archivia  prove sulle violenze dei Khmer Rossi, spiega: " I Khmer Rossi sono divenuti il simbolo del male… Quelli che vi sono implicati non trovano altro modo per integrarsi nella società. Dio sembra essere l'unica via di uscita, per farli sentire in pace con se stessi". Talvolta le conversioni avvengono anche contro la volontà dei genitori. Nim Nyna, 12 anni, è figlia di due ex guerriglieri. Suo padre disprezza ogni religione, ma lei ha deciso di farsi battezzare anche contro il parere dei genitori: "Hanno cercato di fermarmi, mi hanno detto bestemmie contro Gesù Cristo, ma poi mi lasciano sola tutto il tempo".

Rimane il dubbio su quanto profonde siano le conversioni. Uk Sarith, 59 anni, ex guardia del corpo di Pol Pot, battezzato da poche settimane, spiega come si sente: "Sto molto bene. Questa conversione mi aiuterà ad affrontare il mio passato. Alla fin fine i Khmer Rossi erano come Gesù Cristo. I Khmer Rossi ci insegnavano a non rubare, a non mentire… Avevano un sacco di regole. Gesù è lo stesso. [Credere in lui] è come avere un capo da rispettare ed obbedire".

Sulle nuove conversioni è scettico Pol Leang, vice-governatore di Pailin ed ex Khmer Rosso. Secondo lui i missionari, con le visitre mediche, le lezioni di inglese e gli aiuti economici "stanno comprando le anime". Anche Nuon Chea, il numero 2 di Pol Pot, ora divenuto un fervente buddista, criica la "moda cristiana". "I cambogiani hanno il buddismo; sono profondamente buddisti".

Anche se diverse conversioni sono superficiali, i missionari credono che la fede sta aiutando i vecchi nemici a riconciliarsi. Chap Souong 54 anni, è membro della comunità Avventista del Settimo Giorno, alla periferia di Pailin. Era un soldato governativo quando i Khmer Rossi hanno preso il potere. È stato torturato innumerevoli volte e la sua famiglia è stata uccisa nel genocidio. Ora alla domenica dà lezioni di inglese e di catechismo a 20 ex Khmer Rossi e a 30  loro figli. "Ora lavoro per Dio, dice, ed Egli mi chiede di non adirarmi. Così lascio che il passato seppellisca il passato. Questo lavoro sta guarendo antiche ferite".

Youk Chhang, del Centro di Documentazione, mette in guarda contro le facili assoluzioni: "L'unico modo per far integrare i Khmer Rossi nella società è attraverso una riconciliazione nazionale, che passi per un processo".

Gli unici due Khmer Rossi in prigione per genocidio, che attendono di essere processati sono Ta Mok e Kang Kek Ieu. Quest'ultimo, conosciuto come "Duch" era il torturatore della prigione di Tuol Sleng, dove sono stati uccisi migliaia di cambogiani. "Duch" è divenuto un fervente cristiano protestante e – si dice – attende con impazienza un tribunale sotto l'egida dell'ONU.

A Pailin non vi sono cattolici. Interrogati da AsiaNews, alcuni missionari cattolici hanno detto che non vi sono ex Khmer Rossi convertiti al cattolicesimo.

 

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