12/07/2005, 00.00
KIRGHIZISTAN
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Kirghizistan, l'elezione di Bakiev apre nuovi scenari

Tra gli obiettivi del nuovo governo, la lotta alla corruzione e la risoluzione della presenza americana nel Paese.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – Apre nuovi scenari la conferma di  Kurmanbek Bakiev a  presidente kirghizo. Già premier ad interim, è stato confermato alla guida del Paese dopo aver vinto le elezioni con l'88,63% dei voti a favore.

 Bakiev, leader della "rivoluzione dei tulipani" – che a marzo rovesciò il regime dittatoriale di Askar Akaiev, ha espresso durante la conferenza stampa tenuta dopo la chiusura dei seggi "soddisfazione" perché "il voto si è svolto in modo onesto e trasparente, nel pieno rispetto dei criteri fissati dall'Osce". L'organizzazione ha confermato uno svolgimento regolare e legale delle consultazioni, alle quali ha partecipato il 73% degli aventi diritto. Il nuovo presidente ha nominato Felix Kulov primo ministro con delega totale per l'economia.

Tra gli obiettivi del governo Bakiev-Kulov vi è la lotta alla corruzione, che aveva reso impopolare l'ex presidente Akaiev, e la risoluzione di 2 questioni di carattere internazionale: la presenza della base militare americana e la questione energetica. Sul primo punto il neopresidente, 55 anni, ha detto che gli americani dovranno pensare ad un progressivo ritiro, sulla scia del giudizio emerso dalla recente riunione della Shanghai Cooperation Organisation. Questo gruppo di lavoro è, peraltro, coinvolto anche sul secondo punto: la gestione energetica, dei gasdotti e degli oleodotti dalla Siberia all'Asia centrale e a quella dell'Est. Il coinvolgimento nella "rivoluzione dei tulipani" dell'Open Society Institute del finanziere George Soros dimostrerebbe il ruolo dei grandi flussi di capitale nelle trasformazioni politiche di questi Paesi.

Il Kirghizistan è un'ex repubblica sovietica al confine con la Cina. Di popolazione turcomanna, è di religione prevalentemente musulmana. Dei 5 milioni di abitanti, almeno 3 vivono con meno di un dollaro al giorno. Il terreno per la crescita dell'integralismo islamico è molto fertile, soprattutto se si tiene conto della posizione geografica, perfettamente al centro dell'Asia e non lontano dall'Afghanistan.

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