13/02/2020, 08.57
ISRAELE - PALESTINA - ONU
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L’Onu pubblica una lista nera di aziende che sostengono le colonie

L’elenco comprende 112 realtà fra cui Airbnb, Bookoing, Expedia Group e Motorola Solutions. Fra le accuse la fornitura di attrezzature per l’espansione degli insediamenti, l’abbattimento di proprietà palestinesi e finanziamenti. Durissima la reazione di Israele che minaccia boicottaggi. Soddisfazione dei palestinesi. Onu: questione controversa. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Da Airbnb a Bookoing, da Expedia Group a Motorola Solutions, sono solo alcune delle 112 aziende - alcune delle quali fra i giganti dell’e-commerce - che secondo le Nazioni Unite svolgono attività illegali nelle colonie israeliane in Cisgiordania. La lista è contenuta in un rapporto presentato ieri da Michelle Bachelet, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), e ha già sollevato la durissima condanna del governo israeliano, mentre i palestinesi parlano di “vittoria del diritto internazionale”. 

Il rapporto dell’organismo Onu giunge in un momento di profonda tensione fra Israele e Palestina, che si è inasprita nell’ultimo periodo in seguito alla pubblicazione del cosiddetto “Accordo del secolo” del presidente Usa Donald Trump. Un piano di pace che ha creato ulteriore tensione sfociata in attacchi palestinesi contro israeliani e la dura risposta dell’esercito con la stella di David. 

Lo studio pubblicato ieri è partito nel 2016 su iniziativa del Consiglio Onu per i diritti umani, il quale ha dato mandato all’Ohchr di fornire un database di compagnie coinvolte in specifiche attività legate agli insediamenti. Ciò comprende: fornitura di attrezzature e materiali che facilitano l’espansione degli insediamenti e la barriera in Cisgiordania; fornitura di attrezzature per la demolizione di proprietà private e abitazioni palestinesi, fattorie, serre, oliveti, colture; fornitura di attrezzi e servizi per la manutenzione degli insediamenti; operazioni bancarie e finanziarie he aiutano a mantenere o sviluppare gli insediamenti, compresi i prestiti per l’edilizia.

A stretto giro di vite dalla pubblicazione del rapporto è arrivato il durissimo commento del premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale avverte che “chi boicotta sarà boicottato” riferendosi alla blacklist di aziende. “Invece di occuparsi di diritti umani - ha aggiunto - la commissione cerca solo di denigrare Israele”. Gli fa eco il ministro degli Esteri Israel Katz, che bolla il documento come una “vergognosa resa alle pressioni di Paesi e organizzazioni”, oltre a una “macchia” sull’Ohchr. Critiche anche dal leader dell’opposizione Benny Gantz (coalizione Blu Bianco), secondo cui la pubblicazione è “un giorno buio per i diritti umani”. 

Diversa, come ovvio, la reazione nel versante palestinese. Il ministro degli Esteri dell’Anp parla di “vittoria del diritti internazionale e degli sforzi diplomatici volti a prosciugare le risorse del sistema coloniale” che viene rappresentato “dagli insediamenti illegali nei Territori palestinesi”. Polemiche e scontri messi in conto dall’Onu, come conferma Michelle Bachelet che dice di essere consapevole che “la questione è e continuerà ad essere controversa”. 

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