31/01/2019, 14.46
CINA-USA
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L’accademico uiguro Ilham Tohti nominato per il Nobel della pace

La proposta viene da 13 parlamentari Usa, fra cui Marco Rubio e Bernie Senders. Tohti è stato condannato all’ergastolo con un processo-farsa nel 2014. Oltre un milione di uiguri sono rinchiusi in campi di concentramento per essere “rieducati” dal punto di vista politico.

Washington (AsiaNews) – L’accademico uiguro Ilham Tohti, condannato all’ergastolo dal governo cinese, è stato nominato come candidato a ricevere il Premio Nobel per la pace 2019. La proposta viene da un gruppo di 13 parlamentari Usa, che vogliono spingere la Cina a fermare quello che molti chiamano “il genocidio” degli uiguri nella regione dello Xinjiang.

Tohti, 49 anni, è stato scrittore, economista, e professore all’università Minzu (delle minoranze) a Pechino. Nel 2014 è stato condannato all’ergastolo per presunto suo sostegno alla causa separatista. In realtà, Tohti ha sempre tentato di ridurre la tensione fra popolazione uigura e han nello Xinjiang, chiedendo a Pechino di ridurre le discriminazioni economiche e politiche verso la popolazione locale, preda dell’incompetenza dei governi locali e dei gruppi di interesse economico, come egli ha spiegato molte volte. Alcuni dissidenti temono che Pechino voglia farlo morire in prigione, con lo stesso destino dello scrittore Liu Xiaobo.

Fra i parlamentari che hanno firmato la lettera di nomina al Comitato di Oslo, vi sono repubblicani come Marco Rubio, l’indipendente Bernie Sanders, il democratico Richard Blumenthal.

Il proposito dei parlamentari è anche risvegliare l’opinione pubblica sulla situazione degli uiguri. Testimonianze da diverse fonti affermano che oltre un milione di uiguri sono rinchiusi in campi di concentramento per essere “rieducati” dal punto di vista politico. Molte testimonianze parlano di torture e di uccisioni extragiudiziarie.

Il governo cinese si è spesso giustificato dicendo che i campi sono “luoghi di avviamento professionale”. Gli uiguri sono una minoranza musulmana di origine turkmena. La persecuzione contro di essi si è intensificata a partire dall’aprile 2017. Gli uiguri sono accusati di avere “forti opinioni religiose” e “politicamente scorrette”. Essi sono di frequente imprigionati o rinchiusi nei campi; altri ancora vengono internati in cliniche psichiatriche, dove impazziscono. Le autorità controllano i loro telefoni; i musulmani non possono celebrare il Ramadan; l’insegnamento della lingua uigura è stato bandito dalle scuole. Inoltre dal 2016, gli abitanti dello Xinjiang per richiedere un passaporto devono fornire il Dna. Il tutto in nome della “stabilità nazionale”.

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