08/01/2010, 00.00
KAZAKISTAN
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L’attiva diplomazia del Kazakistan, neopresidente Ocse

Il Paese ex sovietico ha assunto il 1° gennaio la presidenza dell’Ocse. Ma gruppi per la tutela dei diritti lo criticano perchè il Paese rispetta poco i diritti umani e la libertà religiosa. Astana risponde che vuole dare grande impulso ai negoziati tra Paesi ex sovietici e alle questioni economiche.

Astana (AsiaNews/F18) – Dal 1° gennaio il Kazakistan ha assunto la presidenza annuale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e il ministro degli Esteri kazako, Kanat Saudabaev, ha una fitta agenda di viaggi e di incontri tra i 56 Stati  del gruppo, per discuterne la politica. Ma non si placa la polemica di chi accusa Astana di scarso rispetto per i diritti umani e la libertà religiosa e invita l’Osce a monitorarne la situazione.

Il Kazakistan è il primo Paese ex sovietico e islamico che ricopre l’ufficio. Nei mesi precedenti gruppi per la tutela dei diritti umani ed esperti occidentali hanno spesso contestato che questo Stato ha un governo autoritario e scarso rispetto per i diritti umani, per cui la sua scelta appare in contrasto con i principi dell’Osce, ente che vuole aiutare e garantire il rispetto della democrazia e dei diritti umani tra gli Stati membri.

L’agenzia Forum 18 ha denunciato, nelle ultime settimane, che continuano le incursioni, le multe e le minacce contro i fedeli che praticano la loro fede senza autorizzazione e che negli ultimi tempi c’è stata una sistematica chiusura, in tutto il Paese, di centri cristiani per la riabilitazione di tossicodipendenti e alcolisti. I dirigenti spesso sono accusati di reati, come il cristiano protestante Sergei Mironov, fondatore di un simile centro di recupero, ora sotto processo.

Kairat Abdrakhmanov, ambasciatore kazako all’Osce, risponde che, oltre al rispetto dei diritti umani, sono fondamentali la sicurezza militare e politica e i problemi economici e ambientali e spiega che il suo Paese vuole impegnarsi soprattutto per questi ultimi. Astana insiste come il Paese sia molto qualificato a intervenire nelle dispute tra Stati ex sovietici, ora frequenti nella zona caucasica, e vuole dare impulso alla soluzione di annose dispute territoriali, come il conflitto tra Armenia e Azerbaijan per zone di confine.

In armonia con i suoi intenti, Astana appare concentrarsi su problemi economici. A gennaio e maggio si svolgeranno in Kazakistan gli incontri annuali in due sessioni su questioni ambientali ed economiche e la presidenza di turno ha proposto che trattino il miglior controllo dei confini, l’aumento della sicurezza nei trasporti via terra e facilitazioni nei trasporti via strada e ferrovia nei Paesi Ocse.

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