19/06/2020, 14.32
HONG KONG - CINA
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L’educazione ‘patriottica’ degli scolari di Hong Kong

di Paul Wang

Dopo la legge che punisce le offese all’inno nazionale e alla bandiera cinese, vi sono le indicazioni dell’Ufficio per l’educazione: ascoltare l’inno “con solennità” e “dignità”. Almeno il 17% degli arrestati nelle manifestazioni pro-democrazia sono minori di 18 anni. A Sham Shui Po dimostrazione nel cortile della scuola. Cancellata una catena umana a Tseung Kwan O.

Hong Kong (AsiaNews) – I giovani di Hong Kong che quest’anno hanno preso parte alle manifestazioni anti-estradizione e pro-democrazia sono da tempo nel mirino del governo e del segretariato per l’educazione. In questi ultimi giorni sono stati emessi provvedimenti legislativi e ordinanze per educarli al patriottismo. Lo scorso 11 giugno, il capo dell’esecutivo, Carrie Lam ha firmato la legge approvata al Legco (il parlamento del territorio) secondo cui chiunque offende l’inno nazionale cinese o ne distorce le parole in parodia, è punibile fino a 3 anni di prigione o ad una multa di 50mila dollari locali (circa 5755 euro).

Ieri, l’Ufficio per l’educazione ha diffuso una circolare in cui precisa che quando si partecipa a cerimonie in cui si canta l’inno, gli studenti e gli insegnanti delle scuole secondarie devono “stare in piedi in modo solenne e comportarsi con dignità”. “Essi – si aggiunge – devono osservare la ritualità quando è suonato o cantato l’inno nazionale e mostrare il loro rispetto verso la nazione, dimostrando la loro buona qualità di patrioti”.

“Le scuole – si dice ancora – dovrebbero educare gli studenti sul [valore] della bandiera nazionale, sull’inno nazionale e sui simboli nazionali del proprio Paese. Questo è parte di un’educazione morale, civica e nazionale, e aiuta ad accrescere negli studenti il senso di un’identità nazionale”.

Lungo tutto lo scorso anno, con i silenzi del governo sulla legge per l’estradizione, le violenze della polizia, le minacce e le accuse di terrorismo da parte di Pechino, diverse volte nelle manifestazioni i giovani hanno irriso alla bandiera cinese, presentandola spesso con i segni della croce uncinata tipica del nazismo (“Chinazi”); altre volte alcuni giovani hanno bruciato la bandiera rossa con le cinque stelle.

In tutti questi mesi i giovani hanno preferito sostenere le libertà di Hong Kong e rischiare piuttosto il carcere. Su circa 8mila arrestati a causa delle manifestazioni, almeno il 17% sono giovani con meno di 18 anni. Fra loro vi sono perfino ragazzi e ragazze della scuola media inferiore.

È difficile pensare che solo le leggi e le punizioni possano cambiare la situazione. Anche perché l’anti-patriottismo dei giovani verso la Cina ha motivi non solo ideologici, ma sociali.

Nei giorni scorsi, pur con le minacce della polizia di non fare raduni con più di otto persone, e con il divieto di compiere manifestazioni politiche in scuola, almeno 80 studenti della scuola superiore Ying Wa a Sham Shui Po, durante la pausa, si sono radunati nel cortile della scuola e hanno cantato slogan a favore dell’indipendenza di Hong Kong e l’inno “Gloria ad Hong Kong”. I giovani volevano ricordare il primo anniversario della morte di Leung Ling-kit, morto mentre appendeva uno striscione por-democrazia.

La scuola e l’Ufficio per l’educazione hanno promesso di prendere provvedimenti.

In compenso, oggi, una catena umana programmata dagli scolari del distretto di Tseung Kwan O è stata cancellata per timore della polizia che aveva minacciato “arresti di massa”.

Foto: Demosisto

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