28/05/2011, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

L’India “Paese violento” e “senza pace”. È urgente ripartire con l’educazione

di Santosh Digal
Secondo un rapporto di un istituto australiano, l’India è il 135mo Stato “meno pacifico” al mondo, su 153. Per p. Felix Raj la Chiesa deve rendersi parte attiva per stabilire una convivenza pacifica e armoniosa tra persone di diverse etnie e religioni.
Calcutta (AsiaNews) – Contro la demolizione di chiese e moschee, gli stupri di donne e suore cristiane, gli assassinii di sacerdoti, le riconversioni di dalit e tribali cristiani bisogna ripartire dalle scuole e dai ragazzi. Lo afferma il gesuita p. Felix Raj s.j., commentando un rapporto dell’australiano Institute of Economics and Peace (Iep) che colloca l’India tra i Paesi “meno pacifici” al mondo. Su 153 Stati esaminati nel “Global Peace Index 2011”, New Delhi è al 135mo posto. Oltre all’India, il rapporto registra una crescita della violenza negli Stati nordafricani e mediorientali coinvolti nella “primavera araba”.
 
“Il radicamento di ogni credente nella sua religione; l’accettazione del credo e della pratica dell’altro; il dialogo continuo: questi sono i principi che spianeranno la strada a un’atmosfera di rispetto, tolleranza e accettazione dell’altro, della sua tradizione religiosa, e permetteranno a noi indiani di vivere insieme in pace e in armonia”, ribadisce il sacerdote, preside del college St. Xavier a Calcutta, nel Bengala occidentale.
 
Scuole, college e istituti possono diventare i templi di una cultura a tutto tondo: attraverso lo studio di tutte le religioni, invitando leader spirituali a tenere lezioni, per ripartire dal cuore e dallo spirito dei ragazzi.
 
Per p. Raj leader religiosi e spirituali, accademici e teologi devono denunciare in modo aperto i pericoli e le conseguenze del fondamentalismo indù. “I politici non sono in grado di fare questo, pensano solo a come ottenere più potere”, sottolinea il gesuita. Invece “l’intervento attivo della Chiesa sarà la chiave di volta per rimettere questo Paese sul giusto cammino”.
 
P. Jacob Kani, direttore dell’Indian Currents Weekly, è d’accordo con p. Raj. E aggiunge: “Il Paese ha bisogno di una profonda revisione delle leggi e del loro meccanismo di applicazione. Il dialogo, non lo scontro deve essere il mantra del governo nel rapportarsi con tutti i livelli della società indiana”.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Parte una “Carovana” per la pace nel Mindanao
19/11/2008
Central Java, giustizia sotto scacco: solo un anno all’imam che ha ordinato l’attacco a tre chiese
18/06/2011
Intellettuali kuwaitiani e sauditi condannano gli attacchi contro i cristiani
11/01/2011
Poso, violenze anticristiane: estremisti incendiano una chiesa protestante
23/10/2012
Vergine consacrata in Bangladesh: Gesù è la mia gioia
30/10/2019 13:00


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”