20/02/2012, 00.00
CINA - ONU
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L'Onu (e il Partito comunista cinese) hanno tradito le donne

di Wei Jingsheng
La questione femminile in Cina non è quella raccontata dalla propaganda: la liberazione maoista non c'è mai stato e le donne sono le prime vittime della repressione cinese. Ma davanti agli aborti forzati e alle sterilizzazioni, neanche le Nazioni Unite trovano il tempo o la voglia di condannare Pechino. L'analisi del grande dissidente.

Washington (AsiaNews) - Lo scorso novembre ho partecipato a una conferenza presso l'Unione europea, dove ho incontrato molti vecchi amici. Sono stato anche invitato dal Parlamento europeo a partecipare a un programma moderato dal direttore di Europarl TV. Il tema originario di questo programma era discutere sul ruolo delle donne nelle transizioni democratiche, con la domanda se possano o meno essere leader oppure quale tipo di ruolo possano svolgere. Le risposte a questa domanda sono divenute una denuncia di discriminazione nei confronti delle donne e di violenza contro di loro.

In origine non avevo nulla da dire. Ovviamente, le donne possono essere leader. Questo è confermato dalla storia, molte donne sono divenute ottime leader. Se fosse stata una cerimonia in onore delle donne, avrei potuto dire qualcosa. Ma esporre soltanto questa verità non mi sembrava poi così interessante. Quindi sono rimasto seduto a guardare le luci del palco, pronto a rimanere in silenzio per l'intera trasmissione.

Ma quando mi sono accorto dell'espressione trionfante del vice direttore esecutivo del Programma Onu per le donne, che sembrava l'eroina della festa, mi sono arrabbiato. Quando sono stato invitato a intervenire dall'entusiasta ospite, ho cambiato la mia decisione originaria di dire soltanto parole favorevoli come le altre pronunciate e ho deciso di chiedere giustizia per le donne cinesi.

Ho iniziato l'intervento dicendo che, prima di tutto, non potevo parlare a nome delle donne cinesi poiché sono soltanto un osservatore della loro situazione. Subito dopo, ho sottolineato che molti politici e accademici occidentali hanno una visione sbagliata riguardo molte questioni inerenti alla Cina. Per esempio, molti studiosi occidentali che non sostengono il Partito comunista pensano che - nonostante Mao Zedong abbia fatto molto male al popolo cinese - la sua scelta di liberare le donne sia stata una buona cosa.

E' ovvio che questa è una incomprensione, dovuta alla propaganda del Partito comunista. Non solo le donne cinesi non sono state liberate, ma sono state gettate in una nuova situazione di oppressione e violenze. Le donne sono oppresse e violate tanto quanto gli uomini, senza la cosiddetta liberazione. Anzi, le donne soffrono di più degli uomini.

Ad esempio, le vittime della selvaggia politica di pianificazione familiare introdotta dal regime comunista cinese sono state negli anni per lo più le donne. Il Partito comunista ha rapito molte donne giovani e di mezza età per le strade, le ha caricate sui camion e le ha mandate in ospedale per costringerle alla sterilizzazione: sono state castrate come animali. Queste pesanti violazioni ai diritti umani, questi atti barbarici che portano l'uomo a essere trattato come un bestia sono state appena condannate dalle Nazioni Unite e continuano, fino a oggi, a essere messe in pratica.

A quel punto mi sono girato e ho chiesto a questo vice direttore esecutivo del Programma Onu per le donne: "Qual è il commento delle vostre Nazioni Unite su questa questione? Perché il suo Programma o il consiglio per i diritti umani non intervengono e non criticano questo fatto?". Centinaia di ospiti presenti nello studio hanno applaudito con calore e hanno chiesto alla signora di rispondere. Il moderatore le ha passato subito il microfono.

Questa dirigente ha spiegato con molto imbarazzo che la Cina è una grande nazione, che ha grande influenza nelle Nazioni Unite, che queste non possono intervenire negli affari interni degli Stati membri, ecc ecc... Un discorso fatto con il linguaggio diplomatico. In maniera sorprendente, il pubblico non le ha riservato un applauso. Il moderatore le è andato in soccorso, spiegando che il Programma e persino le Nazioni Unite sono organizzazioni che non hanno autorità, che lavorano più che altro per dare consigli e incoraggiamento.

Il vice direttore esecutivo ci ha pensato sopra ancora un poco e, dato che non era soddisfatta, ha trovato il modo per spiegare ancora una volta: "Facciamo molte indagini sui problemi cinesi, e scriviamo molti rapporti per criticare la situazione, ma non riceviamo risposte soddisfacenti dal governo cinese". Dopo il dibattito, molti dei presenti sono venuti a stringermi la mano per esprimere il proprio incoraggiamento. Anche il presidente del Parlamento europeo e il suo vice sono venuti da me e hanno stretto con calore la mia mando, dicendomi: "Hai parlato bene, dobbiamo far conoscere al popolo la verità".

In effetti, mi sono molto dispiaciuto per il tempo limitato a disposizione, che non mi ha permesso di dire a tutti come stanno realmente le cose. Al ricevimento subito dopo il programma, molte persone sono venute per sapere altre cose. Le donne cinesi non soltanto soffrono più miseria rispetto agli uomini, ma la selvaggia politica per la pianificazione familiare ha portato la Cina a dover affrontare problemi sociali a lungo termine.

Il significativo calo della natalità in Cina, che è iniziato negli anni Settanta, da una parte ha creato una penuria di lavoratori e dall'altra il tasso di anziani ha iniziato a sorpassare quello di molte nazioni sviluppate. Si può dire con più semplicità che la popolazione in grado di lavorare è diminuita in maniera drastica, mentre è cresciuta con rapidità quella fascia di popolazione che ha bisogno di sostegno. Alle attuali circostanze, una giovane coppia deve prendersi cura di 1 bambino e 12 anziani. Gli si chiede troppo per affrontare tutta questa miseria, e si scatenano i problemi sociali.

Negli anni Settanta, la politica ufficiale del Partito comunista è cambiata all'improvviso dal sostegno alle nascite alla selvaggia politica di pianificazione familiare. Il Partito cercava una scusa per il suo fallimento economico. Tuttavia, la popolazione in eccesso era davvero la ragione del fallimento economico. Non soltanto non esistono prove di questo nelle nazioni straniere, ma la crescita economica della Cina stessa negli ultimi 30 anni non ha niente a che vedere con la politica di pianificazione familiare. I popoli di diverse nazioni sviluppate sono vicini a un tasso di crescita negativo (o ci sono già), ma le loro economie non si fermano a causa di questo fattore. Dire che la povertà nasce da una rapida crescita della popolazione è un sofismo puro e illogico.

Il ruolo della popolazione nello sviluppo economico è invece un fattore positivo. La popolazione rappresenta lavoro e consumo, che sono le basi fondamentali dell'attività economica. Certo, una rapida o lenta crescita esponenziale della popolazione può portare a problemi per lo sviluppo economico. Ma la popolazione non è l'unica ragione alla base dello sviluppo o del declino economico. Oltre a portare delle bustarelle nelle tasche di alcuni funzionari corrotti, la politica di pianificazione familiare in Cina non ha una relazione diretta con lo sviluppo economico; invece, produce problemi sociali molto difficili.

Se la Cina vuole avere uno sviluppo sostenibile abbiamo bisogno non soltanto di un sistema politico democratico, ma anche di una politica sociale corretta. Dobbiamo escludere alcuni miti politici creati dal Partito comunista, incluso quello che dive che c'è più prosperità se c'è meno popolazione. Dobbiamo mettere in atto una politica di crescita bilanciata di popolazione ed economia.

Da un punto di vista umanitario, dobbiamo come prima cosa abolire la barbarica politica di pianificazione familiare del Partito comunista cinese. Di questo argomento non si deve neanche discutere. Il passo successivo è aggiustare il livello di crescita della popolazione secondo le condizioni attuali. Secondo le prove fornite da molte nazioni, mentre cresce il livello culturale ed economico il tasso di natalità affronta un trend negativo ma lento. Invece, se il tasso di crescita della popolazione cade troppo velocemente, creerà un problema nell'ambito del processo di sviluppo economico.

La crescita della popolazione e il progresso tecnologico sono le due forze più importanti per arrivare allo sviluppo economico. Come coordinare il rapporto fra crescita della popolazione e progresso è una questione importante per lo sviluppo sostenibile dell'economia. Troverò il modo di discutere di questa complessa questione in futuro. 

 

 

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