11/03/2004, 00.00
cina - anp
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L'amministrazione nega le demolizioni forzate, mentre si isolano le proteste

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L'amministrazione della capitale nega che vi siano demolizioni e trasferimenti forzati della popolazione. Ma in tutti questi giorni a Pechino migliaia di manifestanti sono bloccati dalla polizia. Ieri, 10 marzo, Miao Yueru, capo dell'Amministrazione municipale per la terra, le risorse e l'edilizia abitativa di Pechino, ha negato che per la ristrutturazione edilizia della città,  300 mila persone siano state allontanate dalle proprie case.

Miao Yueru ha dichiarato che finora sono state spostate 5 mila famiglie e che nel prossimo futuro verranno trasferite altre 6 mila famiglie, circa 18 mila persone. Ma ha anche aggiunto che vi è l'ordine di demolire 5 milioni di mq di una zona residenziale che "catapulterà Pechino nel 21° secolo". Miao Yueru ha ammesso che ciò comporterà trovare una nuova sistemazione a 300 mila persone, ma ha negato l'uso della forza. Secondo lui, degli 86265 trasferimenti del 2002, solo 174 sono avvenuti con la forza. Il mese scorso, il Centro sulla casa e sugli sfratti (Centre on Housing Rights and Evictions), con sede a Ginevra ha denunciato che 100 mila famiglie, ognuna in media di 3 persone, sono state trasferite con la forza

Il problema di sfratti e demolizioni forzate in preparazione alle Olimpiadi 2008 (cfr. dossier di AsiaNews "Nuove Chiese per distruggere di più") ha assunto proporzioni spaventose in molte città della Cina. In occasione dell'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP), decine di migliaia di persone si sono recate alla capitale per protestare contro le demolizioni delle loro case, spesso senza aver ricevuto un'adeguata indennità. La polizia presidia la città per impedire le manifestazioni e già prima dell'inizio dell'ANP ha fatto incursione nella zona delle pensioni, riportando a casa con la forza molte persone, addirittura arrestandone alcune.

Il 1 marzo, migliaia di cinesi sono stati rinchiusi nella palestra di Shijingshan, alla periferia ovest della capitale. Un responsabile ha confermato la vicenda, ma si è rifiutato di quantificare il numero delle persone. "È durato 1 o 2 giorni. Posso solo dire che il luogo può contenere al massimo 3000 persone", ha aggiunto. Un impiegato della palestra stadio ha negato un tale numero di persone, ma ha detto che esse occupavano gran parte dei 1000 mq della palestra. "Abbiamo lavorato sempre. Dopo, era tutto sporco".

Liu Anjun, attivista di Pechino recatosi a Shijingshan, ha detto che diverse migliaia di persone erano tenute lì, anche fuori sulla pista da corsa, divise dalla polizia in base alle province di provenienza. Poliziotti da tutte le province le hanno riportate a casa nei furgoni. Polizia e autorità locali si sono rifiutate di commentare questi fatti. 

Chen Shoutian, arrivato a Pechino da Wuhan, ha detto: "alloggio in una pensione da alcune settimane. Il 4 marzo, il proprietario della pensione mi ha svegliato. Mi ha detto di andarmene la mattina presto perché la polizia sarebbe arrivata alle 8. Così mi sono nascosto nei sobborghi [della città] per un po' di giorni". Poi ha aggiunto: "Non capisco. All'ANP parlano di diritti umani e di proprietà privata, ma non abbiamo neanche il diritto di stare in una pensione e fare delle denunce".

Soltanto a Pechino, dal 1991 sono state trasferite 1,8 milioni di persone. Organizzazioni non governative ritengono che fino al 2008 ci saranno ancora migliaia di rimozioni. (MR
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